Medicina e ricerca
Oncologia: serve un finanziamento ponte da 30 milioni nel 2024 per la profilazione genomica
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L’ oncologia mutazionale rappresenta un avanzamento rilevante della oncologia di precisione, che può offrire importanti innovazioni terapeutiche, aprire nuove conoscenze in relazione alla complessità dei meccanismi dei tumori e sviluppare nuove opportunità di ricerca. Il tema è stato al centro della I^ Conferenza nazionale sulla oncologia mutazionale che si è svolto presso il Nobile Collegio Chimico Farmaceutico a Roma, su iniziativa di Fondazione Ricerca e Salute (ReS) e dalla Fondazione per la Medicina Personalizzata (Fmp).
Sono tre gli obiettivi che si è posta la conferenza nazionale di oncologia mutazionale.
Il primo: diffondere la conoscenza e assicurare l’implementazione del modello mutazionale in Italia, un modello che consente ai pazienti di poter usufruire, sulla base della profilazione genomica estesa (NGS), di trattamenti a target molecolare con farmaci non ancora autorizzati e rimborsati. Nel modello mutazionale, i trattamenti risultano off-label per mutazioni con sede diversa da quella autorizzata o farmaci in fase di sviluppo (Fase II-Fase III) non ancora autorizzati e rimborsati, che necessitano obbligatoriamente di una valutazione da parte di un Molecular Tumor board (MTB) e che devono essere utilizzati all’interno di appropriati studi clinici, per acquisire conoscenze e dati di efficacia che non sono disponibili al momento del loro impiego.
Secondo obiettivo della Conferenza Nazionale sono i programmi di formazione e di aggiornamento per lanciare un Academy Nazionale online per diffondere la cultura e la conoscenza sulla Oncologia Mutazionale in Italia. Terzo obiettivo sarà la presentazione e la discussione degli studi e delle ricerche cliniche in corso sulla oncologia mutazionale, per offrire ai pazienti oncologici la possibilità di avere una profilazione genomica estesa e nuovi trattamenti target.
“La finalità della conferenza è stata quella di presentare un progetto nazionale – un sistema paese per lo sviluppo dell’oncologia mutazionale – ha spiegato nel suo intervento Nello Martini, presidente della Fondazione ReS - Per sviluppare un progetto nazionale serve: il consenso delle società scientifiche, l’istituzione dei Molecular Tumor Board (MTB), e dei centri di Profilazione genomica estesa (NGS), l’accesso e il finanziamento dei test di profilazione genomica e dei farmaci oncologici, la piattaforma genomica nazionale, e la creazione di un’Academy nazionale, con un corso superiore on line in Oncologia Mutazionale”. Il presidente della Fondazione ReS ha poi sottolineato: “C’è il rischio che all’inizio del prossimo anno ci sarà un blocco delle profilazioni genomiche. Il fondo di 10 milioni di euro, previsto dalla legge di bilancio del 2022, finirà entro la fine del 2023 – ha spiegato Martini -. E’ partito il processo di inserimento dei test nei LEA, ma ci vorrà del tempo. Serve un fondo ponte per il 2024 stimato in 30 milioni di euro per oltre 26mila pazienti”.
Per Paolo Marchetti, presidente della Fondazione Fmp “l’Oncologia mutazionale in Italia ha subito un’accelerazione grazie all’impegno dei ricercatori, dei medici, del ministero della Salute e dalle Regioni. Si tratta di pazienti che hanno già esaurito le loro linee di trattamento e sono stati inclusi in un percorso specifico. Già 10 Regioni hanno stabilito la necessità di creare un MTB per governare questo processo. Entro il primo trimestre del 2024, inoltre, partirà un nuovo progetto, Beyond the Rome Trial, cui hanno aderito più di 70 centri in tutta Italia, con l’obiettivo di mettere a disposizione della comunità nazionale una serie di dati. Verificare quali sono le alterazioni genomiche specifiche, riconoscere i meccanismi che ci permettono di individuare il farmaco, ma soprattutto le dinamiche molecolari che possono interferire negativamente sull’attività di questi farmaci. Quindi – ha concluso il presidente della Fondazione Fmp - verrà creata una piattaforma in grado non solo di valutare quale farmaco associare ad una data alterazione, ma soprattutto come interpretare tutti questi dati, prendendo in considerazione anche il paziente con le sue caratteristiche individuali”.
Infine, Francesco Perrone, presidente eletto AIOM, ha sottolineato che “nel corso degli ultimi anni è aumentata la nostra conoscenza di bersagli molecolari e la nostra disponibilità di farmaci che possono colpire questi bersagli molecolari. Quando questo si realizza nella pratica clinica si ottengono risultati efficaci e il paziente paga meno in termini di effetti collaterali, rispetto ad altri trattamenti che sono meno mirati. Perché questo processo riguardi sempre più pazienti, dobbiamo aspettare da un lato il progresso delle conoscenze scientifiche, dall’altro far si che l’organizzazione del nostro servizio sanitario nazionale sia in grado di rendere accessibili queste terapie ad un maggior numero di persone”.
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