Medicina e ricerca
Tumori gastro-intestinali «sottovalutati», Pdta attivi solo in Piemonte, Veneto e Campania
24 Esclusivo per Sanità24
I principali tumori gastro-intestinali non godono ancora della giusta attenzione da parte dell’autorità sanitarie locali. In particolare per il tumore dello stomaco sono soltanto tre le Regioni che hanno attivato dei Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PTDA). Si tratta di Piemonte, Veneto e Campania mentre nel resto della Penisola esistono solo a livello di alcuni centri oncologici comunque ad alto volume senza essere codificati a livello regionale. «Vanno subito attivati, e resi operativi in tutta Italia, dei percorsi dedicati specifici per migliorare l’assistenza a pazienti colpiti da una malattia a prognosi particolarmente infausta e, per alcuni tipi di tumore soprattutto delle prime vie digestive, è indispensabile che esistano dei livelli minimi di volume al di sotto dei quali i pazienti devono essere indirizzati in centri di riferimento». È questo l’appello lanciato da Claudia Santangelo, presidente di "Vivere senza stomaco dopo un tumore: si può!". L’associazione, insieme a Europa Colon Italia e Digestive Cancers Europe, ha promosso a Roma in Senato il convegno "Tumori dello stomaco e del colon-retto: il paziente al centro del cambiamento".
«La scarsa consapevolezza verso alcune neoplasie gastro-intestinali è preoccupante – sottolinea Claudia Santangelo -. Il carcinoma del colon-retto è il secondo più diffuso in Italia e sono attivi programmi di screening che presentano tassi d’adesione non ancora soddisfacenti sebbene negli ultimi anni vi sia stato un deciso miglioramento che si riflette in una casistica di tumori spesso diagnosticati in fase precoce. Il tumore allo stomaco invece viene ancora erroneamente ritenuto una patologia rara. I sintomi sono sottovalutati oppure scambiati con gastriti o altri problemi di salute e non opportunamente valutati dai medici di medicina generale che solo tardivamente richiedono approfondimenti diagnostici come la gastroscopia, esame di primo livello. In realtà presenta un’incidenza in crescita e complessivamente i pazienti in Italia ammontano a più di 82mila uomini e donne. Vi è l’urgente necessita di sostenerli nella difficile esperienza della malattia ma anche tutelare il loro diritto alla salute. Per esempio da tempo stiamo chiedendo che gli alimenti a fini medici speciali siano inseriti nei Livelli essenziali di assistenza. Sono integratori che devono essere per forza assunti da chi è in preparazione durante la chemioterapia prima di un intervento o che lo ha appena subito e deve supplementare la nutrizione. Al momento questi prodotti risultano ancora completamente a carico dei malati e la situazione è francamente imbarazzante».
«Il carcinoma gastrico è una neoplasia molto aggressiva con tassi di sopravvivenza a cinque anni di poco superiori al 30% – aggiunge Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom) -. La prognosi è infausta a causa soprattutto dell’alto tasso di recidive anche dopo un intervento di chirurgia radicale. Inoltre le diagnosi sono spesso tardive e ciò non favorisce l’efficacia dei trattamenti che sono comunque limitati. Tuttavia va ricordato che grazie ai risultati ottenuti dalla ricerca scientifica e grazie all’introduzione di anticorpi monoclonali quindi dell’immunoterapia, negli ultimi dieci anni abbiamo avuto decisi miglioramenti. Anche nella malattia metastatica sono stati introdotti nuovi farmaci che insieme alle terapie di supporto di supporto stanno offrendo migliori prospettive e qualità di vita ai malati. Ottimi risultati sono quelli ottenuti nella cura nel tumore del colon-retto dove sei pazienti su dieci riescono a sconfiggere la malattia. Ci sono ancora ampi margini di miglioramento soprattutto per i casi metastatici dove le ultime scoperte della medicina offrono terapie sempre più efficaci».
«La chirurgia rappresenta da sola il trattamento più importante per la maggior parte dei casi di carcinoma dello stomaco localizzato – conclude Riccardo Rosati, Direttore Unità di Chirurgia Gastroenterologica e dell’Unità Week Surgery dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano – ma è momento terapeutico fondamentale insieme alla chemioterapia preoperatoria anche nel carcinoma localmente avanzato e, oggi, anche oligometastatico, cioè con un carico di malattia metastatica molto limitata. Le indicazioni e il tipo di trattamento dipendono dalle caratteristiche della neoplasia e variano a seconda della stadiazione del tumore. È una malattia molto complessa da affrontare ed è essenziale avere un reale approccio multidisciplinare. Questo può essere garantito anche attraverso la creazione di percorsi condivisi e prestabiliti come quelli stabiliti dai Pdta che vengono elaborati in ambito appunto di gruppo multidisciplinare polispecialistico, elemento indicativo di grande qualità clinica della cura».
© RIPRODUZIONE RISERVATA