Medicina e ricerca

Leucemia linfatica cronica: promettenti le nuove opzioni terapeutiche

di Francesca Romana Mauro*

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La leucemia linfatica cronica (LLC) è la forma più comune di leucemia nel mondo occidentale, con un'età mediana alla diagnosi di circa 70 anni e un'incidenza che aumenta in modo esponenziale con l'avanzare dell'età. Il rapporto di incidenza tra uomini e donne di 1,7:1. La LLC è la forma di leucemia più diffusa tra gli adulti nel mondo occidentale. Negli Stati Uniti e in Europa, vengono diagnosticati circa 3-8 nuovi casi di LLC ogni 100.000 persone all'anno.
Dal punto di vista clinico, la LLC è caratterizzata dall'accumulo progressivo di alcune cellule, linfociti apparentemente maturi, nel sangue, nel midollo osseo e in tessuti linfatici (linfonodi, milza, etc). Il decorso clinico di questa forma di leucemia è estremamente variabile in rapporto ad alcune caratteristiche genetiche delle cellule leucemiche. Accanto a forme che rimangono di modesta entità e stabili nel tempo, ve ne sono altre che tendono ad espandersi negli anni ed altre ancora, clinicamente più importanti, che richiedono un trattamento sin dalla diagnosi.
Oggi le cure per i tumori del sangue, compresa la LLC, stanno diventando sempre più efficaci, producendo risposte profonde e durature.
Recenti studi hanno dimostrato la chiara superiorità di nuovi agenti terapeutici in grado di interferire direttamente su alcuni meccanismi specifici che favoriscono la proliferazione e sopravvivenza delle cellule leucemiche. Questi farmaci, gli inibitori di BTK (ibrutinib, acalabrutinib, zanubrutinib, pirtobrutinib) o di BCL2 (venetoclax) quando usati da soli, e ancor più quando in combinazione, danno risposte durature superiori a quelle osservate con la chemioimmunoterapia.
Durante un evento recentemente organizzato da AbbVie, sono state discussi con specialisti ematologi gli aspetti biologici e terapeutici più recenti che riguardano alcuni tumori del sangue, e tra questi la LLC. Si è parlato delle terapie innovative di prima e seconda linea, e dell’impatto di alcune caratteristiche genetiche delle cellule leucemiche sull’ efficacia dei diversi approcci terapeutici.
Tra le schedule di trattamento a oggi disponibili, la combinazione venetoclax e obinutuzumab è quella capace di indurre risposte profonde senza evidenza di malattia residua nella leucemia linfatica cronica non precedentemente trattata.
Il conseguimento di una risposta profonda, in assenza di malattia residua documentabile, permette ai pazienti di sospendere la terapia e di beneficiare di un lungo periodo libero dalla necessità di un successivo trattamento. Più della metà delle persone trattate con la combinazione di venetoclax e obinutuzumab sono ancora libere da nuova terapia dopo 5 anni.
Un approccio terapeutico di questo tipo, totalmente chemo-free, di durata fissa, a cui segue risposta prolungata può essere considerato rivoluzionario. Sebbene la malattia non possa essere considerata guarita, i pazienti beneficiano di una durata limitata di trattamento e di una riposta protratta libera da un nuovo trattamento. Questi risultati migliorano significativamente la qualità di vita dei pazienti con LLC.

*Professore Associato presso l'Istituto di Ematologia dell'Università Sapienza di Roma


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