Medicina e ricerca

Tumori: il 45% dei pazienti ha mutazioni con farmaci specifici a disposizione, facilitare l'accesso alle cure

S
24 Esclusivo per Sanità24

Pubblicati per la prima volta i dati relativi alle mutazioni genetiche dei pazienti oncologici curati nel nostro Paese. Si tratta di RATIONAL (The Italian Register of Actionable Mutations) e si basa su uno studio osservazionale multicentrico che ha coinvolto oltre 730 uomini e donne, colpiti da diverse forme di cancro, in cura presso 44 diversi centri della Penisola. In totale il 45% dei malati possiede delle specifiche mutazioni per le quali sono disponibili farmaci già approvati, dall’ente regolatorio italiano, oppure in fase di sperimentazione. Lo studio è stato condotto sotto l’egida della FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) e i risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica European Journal of Cancer. Obiettivo dalla nuova indagine è anche quella di fotografare la situazione italiana rispetto all’utilizzo dei test di sequenziamento genetico di nuova generazione (Next Generation Sequencing o NGS).

“Sono degli esami che consentono una migliore identificazione di tutte le mutazioni di un tumore e che favoriscono pertanto l’accesso ai nuovi farmaci molecolari – sottolinea il prof. Nicola Normanno, direttore del Dipartimento di Ricerca Traslazionale dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale di Napoli e responsabile scientifico dello studio RATIONAL-. Il loro utilizzo risulta ancora basso, soprattutto quello dei test con “pannelli ampi” che abbiamo invece offerto ad alcuni pazienti arruolati nel nostro studio. I dati raccolti risultano in linea con quelli di altri Paesi europei e ribadiscono l’estrema eterogeneità biologica di alcune patologie come il carcinoma polmonare o quello della mammella, del pancreas o delle vie biliari. E’ molto interessante anche l’avere identificato la presenza di mutazioni che possono essere tendenzialmente associate ad un rischio di determinate neoplasie. Da queste è possibile avviare un’attività preventiva sottoponendo i familiari del malato a test genetici in grado di evidenziare il possibile sviluppo di una patologia oncologica”. Dai dati raccolti per RATIONAL emergono inoltre alcune problematiche. Solo l’11% dei malati, che hanno ottenuto una profilazione genomica approfondita, riescono poi a ricevere le terapie mirate disponibili.

“Questo pone al centro una problematica oggi sempre più rilevante – afferma il prof. Carmine Pinto, presidente FICOG -. E’ quella di come garantire l’accesso ai farmaci off label sulla base sia di un’alterazione molecolare actionable, evidenziata in NGS, che della successiva valutazione del Molecular Tumor Board (MTB) istituzionale che ha dato indicazione alla prescrizione del farmaco. Nessuna delle modalità attualmente utilizzabili, quali la Legge 648/96, la Legge 326/2003 art. 48 (fondo del 5%), il DM 08/05/2003 (uso compassionevole), il DM 07/09/2017 (uso terapeutico) e la Classe Cnn (farmaci fascia C, non negoziati) può governare l’impiego off-label dei farmaci come richiesto dalla profilazione genomica. Con queste modalità di accesso ai farmaci off label le attuali tempistiche non sono compatibili con la pratica clinica. Si determinano così importanti diversità di comportamento e disequità regionali per l’accesso ai farmaci. E’ necessaria un’indicazione di riferimento di AIFA per l’accesso ai farmaci off label con prescrizione appropriata sulla base di test NGS e dopo valutazione del MTB istituzionale. La bozza di decreto ministeriale sui MTB attualmente in discussione interviene su questa tematica, ma richiede una migliore definizione e chiarezza sui livelli di evidenza e le modalità di accesso ai farmaci”.

“Per tutti questi motivi è necessario stabilire un percorso strutturato, e uniforme per tutti i pazienti, che faciliti il più possibile all’acceso ai farmaci – prosegue il prof. Normanno -. Anche per questo vogliamo dare seguito allo studio con più approfondite ricerche e il Registro va ampliato coinvolgendo più pazienti, raccogliendo nuovi dati ed offrendo anche la possibilità di accesso ai farmaci ai pazienti con mutazioni per le quali è possibile un intervento terapeutico”.

“La realizzazione di RATIONAL è un esempio positivo della collaborazione che si può instaurare tra i centri accademici pubblici e le aziende private – conclude il prof. Pinto -. L’oncologia di precisione è ormai una realtà consolidata e imprescindibile nella lotta ai molti tumori: da alcuni tra i più diffusi fino a quelli rari. Il sistema sanitario nazionale italiano può essere all’avanguardia anche in questo settore ma c’è bisogno al più presto di nuove regole per migliorare le prospettive dei malati”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA