Medicina e ricerca
Congresso Sio/ Rinosinusite con poliposi: l’efficacia dei farmaci biologici
di Paolo Castiglia
24 Esclusivo per Sanità24
Nuovi spazi di intervento e nuovi farmaci biologici per la rinosinusite con poliposi, e nuove vie di accesso mini-invasive per la chirurgia del basicranio, con il miglioramento delle ricostruzioni per i buoni esiti sia estetici, sia funzionali. Sono questi gli aspetti innovativi che è stato possibile cogliere in chiusura della quattro giorni del Congresso Nazionale della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale, l’evento diretto dal prof. Domenico Cuda con il supporto dei presidenti onorari Angelo Caroggio e Michele De Benedetto che si è tenuto quest’anno al Milano Convention Centre Allianz MiCo dal 24 al 27 maggio
Rispetto alla rinosinusite con poliposi si sono presentate nuove evidenze di beneficio da esperienze ‘real life’ e nuove evidenze su costo-efficacia con discussione sulla sostenibilità. Lo sostiene direttamente il direttore Cuda, che, a proposito della rinologia, ha spiegato che “si tratta di una delle malattie affrontate quotidianamente dagli specialisti otorinolaringoiatri e molto invalidante per le ricadute sulla qualità di vita è la sinusite cronica con poliposi nasale, spesso associata ad altre significative patologie come l’asma bronchiale. Prima dell'avvento dei farmaci biologici, le persone con rinosinusite cronica con poliposi nasale erano trattate chirurgicamente per la rimozione del polipo, ma dopo l'intervento chirurgico era necessario proseguire la terapia farmacologica con farmaci corticosteroidi ad azione locale o talvolta anche per uso sistemico per rimandare il più possibile eventuali recidive e successivi interventi chirurgici”.
“Con l'arrivo dei farmaci biologici – approfondisce Cuda - di cui dupilumab è stato il precursore e sul quale sono a disposizione molte informazioni, molto è cambiato, in quanto questi farmaci agiscono in maniera molto precisa sui meccanismi dell'infiammazione. Attualmente dupilumab, omalizumab e mepolizumab: sono i primi tre farmaci biologici che entrano nella terapia della rinosinusite cronica e della poliposi nasale Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel trattamento di una patologia per la quale, fino solo a tre anni fa, l’unica soluzione era l’intervento chirurgico e l’utilizzo di terapie cortisoniche e spray nasali, con risultati più modesti per il paziente e un alto tasso di recidive”.
Molta attenzione dal Sio anche sulla questione della chirurgia del basicranio, per le quali nel corso dei lavori si è andati ad analizzare anche qui gli argomenti più caldi, tra cui le nuove vie di accesso mini-invasive, il miglioramento delle ricostruzioni per esiti sia estetici e sia funzionali, e il Consensus sugli approcci multidisciplinari.
“Occorre dire - ha spiegato in proposito ancora Cuda - che il chirurgo otorinolaringoiatra occupa oggi un ruolo di rilievo nel trattamento di queste patologie della base cranica. Si tratta di un’area a cavaliere fra il collo e i tipici distretti neurochirurgici con il vantaggio, da parte dell’ORL di una maggiore dimestichezza con le vie di accesso sia laterali sia anteriori. Le patologie di questo distretto sono relativamente rare e variegate come fratture, malattie infiammatorie, infezioni e comprendono soprattutto tumori sia benigni o sia maligni”.
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