Medicina e ricerca
Gli anticorpi monoclonali per Covid in pre esposizione nei soggetti immunocompromessi
di Roberto Ieraci *
24 Esclusivo per Sanità24
La vaccinazione ha rappresentato la strategia-chiave per controllare la pandemia di Covid-19, attraverso l'induzione di risposte anticorpali neutralizzanti e l'immunità associata alle cellule T, che riducono sostanzialmente il rischio di sviluppare malattie gravi.
Una cosa è chiara: nei paesi altamente immunizzati, il muro immunitario costruito da vaccini, boosters e infezioni sembra resistere a una sostanziale evoluzione del virus.
Continuiamo a sperare che sia tutto finito, ma purtroppo, la corsa contro il coronavirus è ancora accesa, ed è lunga, grazie in gran parte alle varianti emergenti.
Il rapporto dell’Iss n° 26 del 2/12/2022, sulla sorveglianza delle varianti, indica la variante Omicron predominante in Italia e conferma una prevalenza di BA.5 e un aumento dei sequenziamenti di BQ.1.1 e BF.7.
Gli individui immunocompromessi hanno vissuto un'esperienza di pandemia molto diversa rispetto alla maggior parte delle persone: possono non sviluppare una risposta immunitaria completa ai vaccini Covid e quindi rimanere suscettibili agli esiti gravi dell’infezione da Sars Cov2; una valutazione del livello generale di competenza immunitaria, in tali pazienti, include la gravità della malattia, la durata, la stabilità clinica, le complicanze, le comorbilità ed il trattamento immunosoppressore.
La combinazione Tixagevimab+Cilgavimab (due anticorpi monoclonali ricombinanti legantisi, simultaneamente a regioni non sovrapposte del dominio di legame del recettore della proteina spike RBD di Sars-Cov-2), costituisce non solo un'importante innovazione scientifica, ma è stata anche un faro di speranza per coloro che si sono sentiti lasciati indietro nel ritorno alla normalità.
Tutte le evidenze di "real life" dimostrano che la combinazione di Tixagevimab+Cilgavimab è stata efficace contro l'infezione, l'ospedalizzazione e la morte nella popolazione di immunocompromessi.
La combinazione di Tixagevimab+Cilgavimab, autorizzata di Ema e da Aifa (riassunto delle caratteristiche del prodotto documento reso disponibile da Aifa il 12/10/2022), fornisce protezione a immunocompromessi a causa di una condizione medica o di terapie con farmaci immunosoppressori e non rispondenti adeguatamente alla vaccinazione Covid.
È stato pubblicato da Aifa (dati relativi alla settimana 1-7 dicembre 2022, estrazione dati 15 dicembre 2022) il Rapporto n° 66 sul monitoraggio degli anticorpi monoclonali per Covid con focus sù Tixagevimab e Cilgavimab in profilassi e in trattamento precoce.
In base all'attuale prevalenza delle varianti negli Stati Uniti, le linee guida dell’NIH e dell’IDSA continuano a raccomandare Tixagevimab/Cilgavimab come profilassi pre-esposizione per i pazienti moderatamente o gravemente immunocompromessi, non rispondenti adeguatamente alla vaccinazione; l’ultima revisione dell’autorizzazione provvisoria Eua per Tixagevimab/Cilgavimab di FDA è del novembre 2022 (pubblicata il 1/12/2022).
Nella dichiarazione dell' Emergency Task Force (ETF) dell'Agenzia Europea per i medicinali del 9 dicembre 2022, sulla perdita di attività degli anticorpi monoclonali anti-spike a causa delle varianti preoccupanti emergenti di SARS-CoV-2, Tixagevimab+Cilgavimab, rimane una opzione per la profilassi pre-esposizione per molti pazienti immunocompromessi che non possono predisporre un'adeguata risposta immunitaria alla vaccinazione contro il Covid-19; al momento non è noto fino a che punto la ridotta attività di neutralizzazione in vitro contro le varianti preoccupanti influisca sull'efficacia clinica, poiché la relazione tra suscettibilità virale in vitro e concentrazione sierica degli anticorpi monoclonali in vivo non è completamente compresa; non sono disponibili dati di studi clinici per determinare se l'efficacia clinica sia ridotta.
In conclusione, l’ingresso in un mondo post pandemia, si ha con la spinta alla protezione globale del vaccino integrata con un cambiamento comportamentale e anche con i contributi crescenti alla gestione della malattia derivanti dai progressi nei test point of care, nei farmaci antivirali negli anticorpi monoclonali in pre-esposizione ed in post-esposizione.
* Infettivologo Vaccinologo
Ricercatore associato Ethics Consiglio Nazionale delle Ricerche
Strategie vaccinali Regione Lazio
© RIPRODUZIONE RISERVATA