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Retinopatia diabetica: ne soffre 1 persona con diabete su 3, accelerare lo screening per evitare il rischio cecità

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Sono oltre 1 milione le persone con diabete che soffrono di retinopatia diabetica, la principale complicanza oculare del diabete e prima causa di cecità tra i soggetti in età lavorativa, potenzialmente in grado di colpire la popolazione diabetica, stimata a raggiungere le 700 milioni di persone a livello globale entro il 2045. Tuttavia, la malattia può essere facilmente identificata grazie allo screening del fondo dell’occhio, un esame semplice, non invasivo e indolore, eseguito dal diabetologo in collaborazione con l’oculista, che consente di intervenire precocemente e scongiurare gravi esiti di salute quali l’edema maculare diabetico e, nei casi più gravi, la perdita della vista. Non da sottovalutare inoltre che la retinopatia diabetica - anche asintomatica - può essere la spia di complicanze cardiovascolari del diabete, come la coronaropatia, che richiedono ulteriori approfondimenti e screening cardiovascolare di secondo livello.

Ad accendere i riflettori sulla patologia, le sue complicanze e sull’importanza di realizzare screening mirati e diffusi per arrivare ad una diagnosi precoce nelle persone con diabete, sia tipo 1 sia tipo 2, è “DIAmoci Un Occhio”, la campagna promossa dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e dalla Società Italiana di Diabetologia (SID), realizzata con il contributo incondizionato di Abbvie.

La retinopatia diabetica è una malattia ampiamente sotto-diagnosticata, che può restare a lungo asintomatica. Per questo, è estremamente importante che le persone con diabete siano sottoposte a screening periodici (al momento della diagnosi e a intervalli prestabiliti a seconda del quadro clinico del paziente), con l’obiettivo di identificare precocemente il problema e realizzare una presa in carico tempestiva e appropriata.

La campagna si pone l’obiettivo di sensibilizzare lo specialista diabetologo attraverso attività informative mirate a promuovere l’importanza dello screening per arrivare il prima possibile ad una diagnosi e indirizzare il paziente verso la migliore terapia, riducendo così il rischio di complicazioni. Oltre al medico, “DIAmoci Un Occhio” si rivolge anche ai pazienti e ai loro caregiver per ingaggiarli attivamente nel percorso di prevenzione e cura. Ed è proprio per arrivare a loro che sui profili delle due Società Scientifiche AMD e SID vivrà una campagna social con contenuti informativi sulla patologia, le sue complicanze, l’importanza di sottoporsi agli screening, la facilità di esecuzione degli stessi e sugli strumenti di prevenzione a disposizione.

“La retinopatia diabetica è una delle complicanze più gravi del diabete ma resta ampiamente sotto-diagnosticata, generando un impatto negativo sugli outcome di salute delle persone con diabete e sui costi a carico del Servizio sanitario nazionale per la gestione di casi più complessi - commenta Graziano Di Cianni, presidente AMD -. La responsabilità di coordinare lo screening per l’identificazione della patologia è dei medici e delle strutture che seguono quotidianamente le persone con diabete, ma sappiamo anche che, in un’ottica di massima collaborazione, è essenziale che il paziente e i familiari conoscano la patologia, siano consapevoli dei fattori di rischio e delle problematiche ad essa connesse affinché percepiscano l’importanza della prevenzione, che rimane sempre l’arma più importante a nostra disposizione. È quindi essenziale realizzare un corretto screening per l’individuazione di eventuali lesioni da retinopatia diabetica attraverso un esame del fondo dell’occhio - semplice e non invasivo - che consenta di indirizzare rapidamente il paziente verso lo specialista oftalmologo per l’avvio della terapia più appropriata”.

“Lo screening della retinopatia diabetica deve sempre più diventare una delle attività routinarie svolte presso i centri di diabetologia e dovrebbe comunque avvenire in concomitanza con la visita diabetologica - afferma Agostino Consoli, presidente SID -. Abbiamo oggi la possibilità di utilizzare i retinografi - strumenti che possono essere utilizzati anche da un ortottista o da un infermiere esperto - con refertazione delle immagini a distanza da parte di un oculista o addirittura con interpretazione dell’immagine da parte di sistemi di intelligenza artificiale. Queste tecnologie vanno diffuse su tutto il territorio nazionale e diventare lo standard per lo screening della retinopatia diabetica”.

La retinopatia diabetica è causata da un danno ai vasi sanguigni del tessuto della retina e può svilupparsi in tutte le persone che convivono con il diabete di tipo 1 e di diabete di tipo 2. Una lunga durata del diabete, soprattutto se non controllato, con alti livelli di emoglobina glicata e l’ipertensione, rappresentano i principali fattori di rischio insorgenza della malattia, da tenere sotto controllo per valutare l’urgenza per la realizzazione dello screening oculare.


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