Medicina e ricerca
Malattie cardiovascolari: più del 40% degli italiani sottovaluta il ruolo del colesterolo alto
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Nel nostro Paese, oltre 1 persona su 3 muore per malattie cardiovascolari, ma più del 40% degli italiani ancora sottovaluta il ruolo del colesterolo alto.Sono i dati emersi nell'incontro "La prevenzione che sta a cuore. Malattie cardiovascolari e colesterolo nei pazienti ad alto rischio", a pochi giorni dalla Giornata mondiale del Cuore, il 29 settembre.
Silenzioso, invisibile e sottovalutato, il colesterolo è oggi tra i principali responsabili delle oltre 18,6 milioni di vittime per patologie cardiovascolari nel mondo e che nel nostro Paese fanno registrare il 34,8% dei decessi (dati Istat 2018). Ma secondo un'indagine SWG per Sanofi oltre il 40% degli intervistati sottovaluta i rischi legati ad alti livelli di colesterolo, mentre circa 1 su 3 ritiene che il rischio di mortalità legato all'ipercolesterolemia debba preoccupare solo chi ha problemi cardiaci pregressi. Meno di 1 su 2 (il 43%) sa che è il colesterolo LDL ad essere dannoso per la nostra salute.
Dall'indagine emerge inoltre che è attraverso la prevenzione che per il 92% degli intervistati i problemi cardiocircolatori possono essere evitati, ma solo per il 17% del campione è opportuno eseguire periodicamente visite di controllo. A non poter però sottrarsi a controlli regolari sono i pazienti ad alto rischio cardiovascolare, che magari hanno già avuto un evento cardiovascolare. "Eventi come infarti o ictus negli anni successivi - spiega Ciro Indolfi, presidente della Società italiana di cardiologia— potrebbero essere ridotti se venissero implementate strategie di prevenzione secondaria. Proprio nella direzione di un trattamento precoce va l'abbassamento delle soglie di colesterolo LDL per l'accesso ai nuovi farmaci anti-colesterolo PCSK9, recentemente pubblicate in Gazzetta Ufficiale da Aifa. Evidenze scientifiche dimostrano come il colesterolo LDL sia causa delle patologie cardiovascolari, non un fattore di rischio, e come la sua riduzione rappresenti uno degli obiettivi principali per limitare eventi cardiovascolari quali l'infarto miocardico e contrastare la mortalità".
Ma è proprio sulla percezione dell’ipercolesterolemia che c’è ancora tanto da fare: il 20% non conosce neppure i rischi derivanti da alti livelli di colesterolo, mentre per il 42% il controllo del livello del colesterolo dipende solamente dalla dieta alimentare e dall’attività fisica, trascurando quindi l’efficacia terapeutica.
Una condizione cronica, quella dell’ipercolesterolemia, con un impatto anche sulla vita del paziente: sale fino all’80%, infatti, la percentuale di persone con colesterolo alto che dichiara di aver cambiato le proprie abitudini, con maggior riguardo alla vita familiare (24%) e perfino lavorativa (11%).
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