Medicina e ricerca
Obesità priorità di salute pubblica e spesa, sia riconosciuta come malattia cronica e inserita nei Lea
di Red. San.
24 Esclusivo per Sanità24
«È necessario agire urgentemente sia a livello nazionale che internazionale. Basti pensare che in Europa il 53% della popolazione è affetta da sovrappeso o obesità e che annualmente sono circa 340.000 le morti causate da questa malattia. Inoltre, l’obesità grava sull’economia con dei costi diretti, sociali, economici e clinici pari a circa 70 miliardi di euro, questo senza considerare i costi indiretti legati alla perdita di produttività». Così Luca Busetto, Co-chair Obesity Management Task Force della European Association for the Study of Obesity – Easo, fa il punto sulla malattia in occasione della Giornata mondiale che si celebra il 4 marzo ed è promossa dalla World Obesity Federation . «È fondamentale investire nella prevenzione e nella cura dell’obesità, in quanto problema rilevante di salute pubblica e di spesa per il nostro sistema sanitario. Basti pensare che in Italia rappresenta il 9 per cento della spesa sanitaria annua e porta a una riduzione del Pil del 2,8 per cento. Se non affrontiamo l'obesità, la spesa medica diverrà per noi insostenibile», ha spiegato Busetto in occasione di un convegno organizzato a Palazzo Madama su iniziativa della senatrice Daniela Sbrollini.
Durante l'iniziativa - che ha avuto il supporto scientifico dell’Intergruppo Parlamentare Obesità & Diabete, World Obesity Federation, Sio - Società italiana dell’obesità, IO NET - Italian Obesity Network, Open Italy - Obesity Policy Engagement Network Italy, in collaborazione con il programma Driving Change in Obesity e con gli auspici di Fondazione Adi - Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, Amici Obesi, Ibdo Foundation - Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation, Sicob - Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle malattie metaboliche, Società italiana Endocrinologia (Sie), Società italiana di Endocrinologia e Diabetologia pediatrica (Siedp), Società italiana di Medicina generale e delle cure primarie (Simg) - è stata presentata la lettera aperta a Governo, ministero della Salute, Parlamento e presidenti di Regione, sindaci e a autorità sanitarie nazionali e locali per richiamare l’esigenza di considerare l’obesità una priorità sociosanitaria e sollecitare a un’azione sinergica e rapida. A cominciare dagli investimenti.
Con 800 milioni di persone che ne sono colpite al mondo, l’obesità è una priorità sociale, sanitaria, economica e clinica e non c’è tempo da perdere, è arrivato il momento di agire.
Per questo motivo, la Giornata mondiale dell’obesità 2022 ha come messaggio chiave "Everybody Needs To Act", un invito allo sforzo di tutti per affrontare l'obesità e trasformare la consapevolezza diffusa in un'azione globale efficace. «L’obesità è una malattia cronica multifattoriale che necessita di cure e trattamenti adeguati, è associata allo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione, malattie del fegato e almeno 12 tipi di tumori. Nell’ultimo anno è stato osservato come l’eccesso di peso sia inoltre un fattore predittivo significativo dello sviluppo di complicanze, talvolta fatali, da Covid-19 - afferma Paolo Sbraccia, World Obesity Federation -. Per questo nella Giornata mondiale chiediamo che le Istituzioni politiche e scientifiche italiane collaborino tra loro a creare percorsi assistenziali chiari e implementare le strutture specialistiche multidisciplinari a sostegno del trattamento dell’obesità, ma anche della diagnosi e della cura delle sue complicanze per portare a un reale cambiamento».
«Secondo i dati Istat, in Italia, circa il 46% delle persone sopra i 18 anni sono in sovrappeso o con obesità, ma il dato più preoccupante riguarda l’obesità infantile che interessa un bambino su tre sotto gli otto anni, una percentuale decisamente superiore alla media europea che fa collocare il nostro Paese al quarto posto in Europa», commenta Andrea Lenzi, Presidente Open Italy e Presidente Comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei ministri. «Ma non tutto è negativo, possiamo ancora cambiare questa situazione. Se ci uniamo tutti, possiamo ottenere grandi risultati. Il prossimo passo in avanti necessario è l’inserimento nei Lea, traguardo fondamentale per garantire un pari accesso alle cure su tutto il territorio nazionale». «È necessario incrementare la capacità del Sistema Sanitario Nazionale di erogare e monitorare i servizi per la persona con obesità e un aiuto in questo senso potrebbe venire attraverso l’istituzione della Rete Regionale per la Prevenzione e la Terapia Integrata dell’Obesità, che coinvolgerà diversi centri specialistici locali e medici di medicina generale per formare professionisti sanitari in grado di assistere pienamente la persona con obesità e garantire supporto personale, familiare, scolastico e lavorativo - commenta Giuseppe Fatati, Presidente Italian Obesity Network - IO NET -. Le reti regionali sono efficienti e portano a dei risultati positivi, a testimoniarlo la Rete Obesità Veneto, che è riuscita a garantire un approccio multiprofessionale e multidisciplinare andando incontro alle esigenze del singolo e mettendo in luce una più facile gestione degli aspetti logistici e organizzativi. Quindi, pur nel dovuto rispetto della differenziazione regionale, è utile sfruttare questo esempio per creare un sistema di rete assistenziale dedicato alla prevenzione e alla cura dell’obesità in tutte le realtà regionali».
«Il 13 novembre del 2019 è stata approvata la Mozione sul riconoscimento dell’obesità come malattia presso la Camera dei deputati, ma a causa del Covid-19, che oltre ad aver rallentato la presa in carico di obiettivi prefissati ha evidenziato ancora di più la fragilità delle persone con obesità, poco è stato fatto per incrementare l’assistenza e fornire un adeguato supporto professionale. Infatti, ad oggi, la chirurgia bariatrica è l'unico trattamento rimborsato e non vi è un numero sufficiente di centri per l'obesità per supportare efficacemente le persone che ci convivono. Investire nella cura e nella prevenzione di questa malattia deve essere una questione prioritaria e richiede l’azione e l’impegno di tutti, su tutti i territori, in una fase storica in cui molto favorevoli sono le condizioni per perseguire tale obiettivo», è intervenuto l’onorevole Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete. «La lettera aperta inviata alle Istituzioni di interesse è volta a ottenere il riconoscimento governativo, clinico, sociale e sanitario dell'obesità come malattia cronica, così da inserire le prestazioni riguardanti l’obesità nei Lea, creare una rete nazionale di cura per l’obesità e anche un Piano Nazionale sull’obesità: è il momento di agire con azioni concrete nella lotta all’obesità. Se non affrontiamo l'obesità, la spesa medica per il trattamento delle malattie che ne derivano finirà per condizionare le generazioni future con conseguenze importanti sul sistema sanitario», ha concluso la senatrice Sbrollini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA