Medicina e ricerca
Perché l’indagine epidemiologica di campo?
di Donato Greco *
24 Esclusivo per Sanità24
Davanti a un evento patologico come un’epidemia di malattia infettiva si deve rispondere al più presto. Servono provvedimenti per eliminare o ridurre i danni dell’epidemia e, quindi, ridurre il rischio di contagio.
L’umanità ha dovuto confrontarsi da sempre con le epidemie e ha sviluppato una serie di interventi generici, alcuni dei quali rimasti immutati per millenni. L’isolamento, il distanziamento sociale, la purificazione di acque ed alimenti, la chiusura di attività commerciali e sociali, le mascherine facciali sono stati ampiamente usati anche quando non si aveva la minima idea di virus e batteri.
La valutazione di efficacia di queste misure era lungi dal pensiero del passato, mentre erano ben sentiti dal tessuto economico e sociale le dolorose ferite che questi provvedimenti provocavano. Dal dopoguerra recente si è sviluppato il concetto di epidemiologia L’indagine dei fenomeni epidemici per identificarne i fattori di rischio che li hanno provocati, il loro ruolo nell’epidemia, la loro prevenibilità e, quindi, la possibilità di sorpassare gli interventi “ciechi” di antico sapore per sostituirli con interventi “chirurgici” atti a contrastare i fattori di rischio individuati offrendo un’efficacia ben maggiore a fronte di costi sociali molto più contenuti.
A questo serve l’indagine epidemiologica. La raccolta sul campo della storia delle persone colpite, il confronto con popolazioni indenni e, attraverso semplici tecniche statistiche, l’identificazione dei singoli fattori di rischio ed il loro peso nella determinazione dell’epidemia. Misure come il Rischio Relativo “RR”, il rischio Attribuibile “RA”, la Frazione Etiologica “FE”. Se fumo un pacchetto di sigarette ho 18 volte il rischio di sviluppare un cancro al polmone, il peso del fumo sull’origine di quel cancro è intorno all’80%. Quindi, se proibisco totalmente il fumo, elimino l’80% dei tumori al polmone. Per il Covid_19 posso applicare la stessa indagine. Voglio sapere che ruolo ha nella trasmissione del contagio andare su un bus urbano. Interrogo casi di Covid sulla loro recente esperienza di viaggi sul bus nel tempo compatibile col tempo di incubazione dell’infezione (4-10 gg) e li confronto con un simile gruppo di persone che il Covid non se lo sono preso né sono vaccinati (Disegno caso-controllo). Se la proporzione di viaggiatori sul bus dei casi Covid è significativamente maggiore di quella dei sani concludo che viaggiare sul bus ha un ruolo nel rischio di trasmissione, ruolo che posso quantificare offrendo al decisore la misura di quanto rischio di contagio si potrebbe prevenire bloccando i viaggi sui bus.
Il decisore saprà valutare il rapporto di questo guadagno di riduzione del rischio col costo sociale dell’interruzione del servizio bus. Numerosi altri modelli sono disponibili per l’indagine epidemiologica di campo, compreso il contact tracing per l’identificazione della catena di contagio.
L’indagine epidemiologica di campo è un importante strumento complementare ai sistemi di sorveglianza di una malattia. Sistemi che raccolgono in continuo dati su positività, sintomi, ricoveri, decessi, dati di laboratorio e li offrono quotidianamente in totale trasparenza. Uno sforzo straordinario e scientificamente molto solido che informa il decisore su misure da intraprendere per ridurre il rischio di contagio, ma che non ci può dire il ruolo di singoli comportamenti o di situazioni di rischio di contagio specifiche.
Qual è il rischio di contagiarsi a scuola? Quale il peso di frequentare parrucchieri e barbieri? Di quanto riduce il rischio di contagio il continuo uso di gel disinfettante? Il buon senso e le consolidate nozioni di igiene ci dicono che molte misure dovrebbero avere un’efficacia nella mitigazione del rischio, sebbene possano avere costi sociali ed economici assai gravi. Lo “tsunami” Covid ha imposto l’immediata risposta con misure draconiane e ha travolto i nostri servizi di prevenzione e di epidemiologia rendendo impraticabile l’indagine epidemiologica di campo. Ma oggi sarebbe veramente auspicabile sostenere le misure di mitigazione del rischio con appropriate indagini epidemiologhe, che potrebbero aiutare a mirare i provvedimenti in maniere più efficace e con un miglior rapporto costo beneficio.
Una trentina di esempi di indagini epidemiologiche di campo sono raccolte nel volume “Le mie epidemie” (Greco-Benelli, Scienza Express), che riferisce di indagini effettuate per l’Istituto Superiore di Sanità e per l’Oms.
* socio onorario della Società Italiana d’Igiene (SItI) e membro del Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza Covid-19
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