Medicina e ricerca

Next generation: dalla nuove cure alla telemedicina, pneumologi di domani a confronto

di Carlo Vancheri*

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24 Esclusivo per Sanità24

Le polmoniti e la grave insufficienza respiratoria indotte dal COVID hanno posto sotto l’attenzione di tutti il ruolo svolto dalla pneumologia italiana nell’affrontare gli effetti della pandemia. Tutti gli specialisti nella disciplina, compresi i giovani specializzandi, hanno contribuito in modo fondamentale a salvare molte vite durante la fase acuta dell’infezione e a seguire i pazienti nella delicata fase post-infezione. Il convegno “Next Generation: pneumologi di domani a confronto”, che si è tenuto ai primi di dicembre presso l’Università la Sapienza di Roma, organizzato dalla Società Italiana di Pneumologia (S.I.P.) ha inteso consolidare il costante aggiornamento e confronto riguardo ai temi più importanti inerenti la salute respiratoria. Ovviamente si è parlato di COVID attraverso un confronto tra pneumologi, tra cui il prof. Franco Laghi dell’Università di Chicago, che hanno discusso quali fossero le tecniche di supporto ventilatorio più adatte ed efficaci per i pazienti affetti da polmonite grave.

E’ stato sottolineato come in molti casi la tecnica ventilatoria sia, per molti di questi pazienti, l’unica via praticabile per superare il momento più difficile della malattia polmonare determinata dal COVID. Si è poi discusso delle nuove prospettive terapeutiche per alcune forme di fibrosi polmonari e degli incredibili progressi nel trattamento dell’asma bronchiale grave. Fino a ieri il trattamento con farmaci antifibrotici riguardava solo la “fibrosi polmonare idiopatica”, nel prossimo futuro altre forme di fibrosi polmonare che tendono a progredire nel tempo, per esempio quelle secondarie a patologie reumatiche, potranno essere trattate con gli stessi farmaci. Non si tratta ancora di terapie risolutive, ma si vedono all’orizzonte nuovi e numerosi altri farmaci in avanzata fase di sperimentazione.

Progressi ancora più interessanti sono stati fatti nel trattamento medico di quelle forme di asma grave che non rispondono alla terapia tradizionale. Per esempio, quelli con anticorpi monoclonali capaci di bloccare quelle cellule che, in questa malattia, a causa del loro stato di eccessiva attivazione, la determinano.

Altro tema dibattuto è stata la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), la tipica malattia del fumatore, purtroppo frequente, invalidante nel tempo e dai costi medici e sociali enormi. Si è parlato di prevenzione e quindi del ruolo del fumo nel causare la malattia, dell’importanza della diagnosi precoce e delle strategie tecniche di trattamento medico soprattutto per via inalatoria che possono se non bloccare contribuire a rallentare il decorso della malattia. Anche la riabilitazione respiratoria, purtroppo non sufficientemente diffusa nel nostro Paese, può contribuire a migliorare l’estremo stato di difficoltà respiratoria di questi pazienti. Si è anche parlato di tecniche broncoscopiche o minimamente invasive che grazie ai progressi della tecnologia stanno dando un incredibile contributo alla diagnosi e alla diagnosi precoce che resta uno dei fondamenti della buona medicina.

Tra gli argomenti non poteva mancare il tema delle donazioni e del trapianto del polmone che rimane per alcuni pazienti affetti da fibrosi polmonare l’unica possibilità. Nonostante si tratti di pazienti con specifiche caratteristiche, che devono consentire di affrontare un intervento per molti versi impegnativo, le liste di attesa sono lunghe e il numero di trapianti effettuati in Italia purtroppo non sufficienti a soddisfare la richiesta. In ultimo si è parlato di telemedicina. E’stato evidenziato che non esiste una sola telemedicina, ogni percorso di monitoraggio è specifico per patologia e per la natura del paziente ma è sempre orientato a ridurre significativamente l’ospedalizzazione. In relazione al Covid-19, il telemonitoraggio può essere molto “stretto” misurando la saturazione arteriosa, con strumenti in collegamento bluetooth, a quei pazienti appena contagiati e che potrebbero peggiorare improvvisamente. Di sicuro, in questo periodo pandemico, l’assistenza sanitaria a distanza rappresenta per noi pneumologi una grande opportunità per seguire e curare tutti quei pazienti affetti da patologie respiratorie non Covid-19.

“Con il congresso “Next Generation: pneumologi di domani a confronto”, dedicato soprattutto ai giovani specialisti e agli specializzandi in pneumologia, la Società Italiana di Pneumologia ribadisce il ruolo della pneumologia come unico presidio territoriale, ospedaliero, universitario capace di affrontare le patologie respiratorie con la necessaria competenza e con la dedizione ampiamente mostrata durante la pandemia.

* presidente eletto Società Italiana di Pneumologia


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