Medicina e ricerca
Giornata mondiale della vista/ Uici: visite crollate del 20%, aumenta il rischio di disabilità visiva
24 Esclusivo per Sanità24
Torna la Giornata mondiale della vista organizzata dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB Italia onlus) in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti, impegnata al fianco dell’Agenzia con moltissime iniziative in tutta Italia per ribadire l’importanza della prevenzione come strada maestra per scongiurare il fenomeno della perdita parziale e totale della vista. Un’emergenza in forte crescita nel nostro Paese che già vede a rischio oltre 3 milioni di persone e l’aumento delle patologie visive sia tra i giovani che nella popolazione più anziana: un problema acuito dal crollo del 20% delle visite ambulatoriali e specialistica durante la pandemia.
“Serve nuova consapevolezza verso la prevenzione e nell’educazione dei cittadini per far loro comprendere come la vista sia un dono prezioso che, una volta compromesso se non si agisce in tempo, porta irreversibilmente alla perdita delle funzioni visive. – ha dichiarato Mario Barbuto, presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) – . La crisi economica e sociale derivata dall’emergenza Covid ha ulteriormente peggiorato una situazione già grave in se, perché le persone da un lato sono state costrette dalla pandemia a rimandare a tempi migliori le visite oculistiche e spesso anche le cure, dall’altro hanno vissuto situazioni di maggiore stress per i propri occhi, trascorrendo molto più tempo davanti a PC e dispositivi elettronici per via dello smart working e della didattica a distanza. Non possiamo permetterci che una situazione già delicata precipiti ulteriormente gravando su tutta la collettività e sulle famiglie, in cui la presenza di persone ipovedenti o con patologie gravi e in forte aumento come la maculopatia, il glaucoma o la retinopatia diabetica ha un impatto enorme sulla qualità della vita dell’intero nucleo familiare. Con ancora maggior forza quest’anno, l’UICI ha impegnato tutta la sua organizzazione e le strutture sul territorio in uno sforzo a tutto campo di presidio delle piazze e di attivazione di iniziative di informazione e sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e alle istituzioni locali e regionali perché la prevenzione e la lotta al rischio cecità diventino una priorità”.
Molte le iniziative organizzate dall’Uici attraverso le sezioni territoriali in occasione della Giornata mondiale della vista del 14 ottobre, che si affiancano alla grande campagna di Prevenzione itinerante “Vista in Salute” attuata da IAPB grazie al finanziamento del Parlamento Italiano e al sostegno del Ministero della Salute. Gli eventi toccheranno i maggiori comuni italiani e capoluoghi di regione con presidi nelle piazze principali. Dall’organizzazione di visite oculistiche gratuite, agli eventi di informazione sulla complessità dell’occhio umano e come difenderlo dai danni prodotti dall’abuso dei dispositivi elettronici; dalle attività di orientamento sui nuovi ausili informatici accessibili per l’apprendimento dedicata a studenti non vedenti totali e parziali a quelle rivolte a studenti e insegnanti per la prevenzione dei problemi della vista durante lo studio; dalle conferenze informative sulla cultura della prevenzione in collaborazione con università e presidi ospedalieri del territorio alla divulgazione e distribuzione di materiali informativi in piazze e luoghi simbolo delle città, dall’organizzazione di convegni e momenti di approfondimento tecnico fino alla promozione di campagne su temi specifici per prendersi cura come la riabilitazione visiva o far conoscere le opportunità della telemedicina.
“Il tempo per agire è adesso – prosegue Barbuto – anche perché il fenomeno dell’ipovedenza, anticamera della cecità assoluta e della disabilità visiva grave è difficile da intercettare e monitorare, anche se l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne denuncia la crescita in tutto il mondo, e già oggi si stima che siano circa 240 milioni le persone colpite da ipovisione e cecità a livello globale. Da questo punto di vista il nostro Paese deve fare di più. In primo luogo occorre dare piena e più ampia attuazione alla Legge 284/97 che affida alle Regioni la gestione di programmi di prevenzione tramite finanziamento ministeriale, con campagne di informazione che illustrino alla cittadinanza la necessità di sottoporsi a controlli periodici fin dalla giovane età. In secondo luogo è essenziale allocare nuove risorse destinate a indagini epidemiologiche su scala territoriale e nazionale che consentano di stimare con maggiore precisione la portata di questa emergenza. Ci auguriamo che le istituzioni ascoltino la nostra voce già con l’occasione della prossima Legge di Bilancio e poi in seno all’attuazione degli interventi sviluppati all’interno del Pnrr”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA