Medicina e ricerca

Radioterapia ad approccio personalizzato, gli scenari possibili

di Sandro Tonoli *

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La radioterapia è una metodica di trattamento in ambito oncologico che si affianca alla terapia chirurgica e medica, spesso integrate fra loro. Prevede l’utilizzo di fasci di radiazioni ionizzanti, prodotte tramite acceleratori lineari, che vengono conformate al bersaglio clinico tramite complessi algoritmi di calcolo previsionale. L’effettuazione di un trattamento radiante prevede una precisa delineazione delle sedi di malattia da trattare e degli organi critici. Questa delineazione è ottenuta con l’integrazione di diverse metodiche di imaging (risonanza magnetica, Tc Pet, Tc con mezzo di contrasto) sulla Tc acquisita sul paziente in posizione di trattamento. Dopo la definizione dei volumi bersaglio da parte del radioterapista oncologo, lo specialista in fisica medica elabora dosimetricamente il trattamento che sarà erogato quotidianamente dal personale tecnico specializzato. Ogni anno sono oltre 174.000 i pazienti oncologici trattati in Italia con radioterapia, di cui 32.000 nei 35 centri radioterapici della Lombardia. Si stima che circa il 60% dei pazienti oncologici effettuerà un trattamento radiante nel proprio percorso di cura.
La finalità di un trattamento radiante può essere radicale (lo scopo è la guarigione del paziente) come nei tumori del distretto Orl non operabili o nei tumori della prostata, o palliativa (il trattamento non potrà guarire il paziente ma ne migliorerà la qualità di vita, spesso aumentando le aspettative di sopravvivenza). I trattamenti radianti possono essere integrati con terapie mediche (chemioterapia, immunoterapia, ormonoterapia) in modalità concomitante o sequenziale, oppure con terapie chirurgiche (prima del trattamento chirurgico, come nei tumori del retto, o successivamente, come nei tumori mammari).
Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha permesso l’erogazione di trattamenti di varia complessità modulabile in funzione delle finalità del trattamento, della sede trattata, del tipo istologico di neoplasia e della vicinanza di organi critici. I moderni acceleratori lineari attualmente disponibili in ogni centro radioterapico permettono l’erogazione di trattamenti 3D conformati e trattamenti volumetrici con modulazione dell’intensità del fascio. Questi ultimi sono in grado di conformare la distribuzione della dose con effetto tumoricida a volumi complessi in vicinanza di organi critici, con il rispetto di questi ultimi. L’integrazione con metodiche di imaging del controllo della posizione del paziente, prima delle singole frazioni di trattamento, permette spesso una riduzione dei volumi di trattamento e maggior risparmio degli organi critici. Questo comporta una significativa riduzione nell’incidenza di possibili danni tardivi dovuti al trattamento.
Il confronto continuo con i vari attori in ambito oncologico è comunque il presupposto con il quale proporre un trattamento personalizzato al singolo paziente, tenendo conto di molte variabili. In un centro oncologico sono previsti gruppi multidisciplinari per patologia (tumori toracici, mammari, Orl, gastrointestinali, del sistema nervoso centrale, urologici, ematologici, per citarne i più comuni) ai quali partecipano specialisti in diversi ambiti. In questi gruppi sono discussi i casi clinici e stabiliti i percorsi diagnostici e terapeutici dei pazienti. Le scelte del gruppo multidisciplinare sono effettuate sulla base di evidenze cliniche e sulle condizioni del paziente. Il gruppo multidisciplinare deve avere la capacità di identificare casi particolari che possono richiedere trattamenti non convenzionali come l’adroterapia, ossia l’utilizzo di particolari tipi di radiazioni (protoni o ioni carbonio) con caratteristiche fisiche peculiari. In questo ambito è nato il progetto Cnaoral Net, piattaforma online che dà la possibilità ai radioterapisti oncologi dei centri lombardi di effettuare un teleconsulto con i colleghi del Cnao (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica) di Pavia per pazienti con particolari tumori del distretto capo-collo che potrebbero beneficiare di trattamenti con adroterapia. La finalità è l’appropriatezza dell’indicazione all’utilizzo di risorse attualmente riconosciute dal Servizio sanitario nazionale solo per casi specifici.

* presidente di Airo Lombardia (Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia clinica)


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