Medicina e ricerca
Occhio secco: la sindrome è in aumento, ne soffre il 20-30% degli over 50
di Paolo Fogagnolo *
24 Esclusivo per Sanità24
La sindrome dell'occhio secco (DED) è in aumento: dopo i cinquant'anni ne soffre il 20-30% della popolazione, con un'incidenza quasi doppia nelle donne. L'emergenza Coronavirus ha peggiorato la situazione, tanto che è stata coniata la nuova espressione ‘Mask-associated dry eye' (MADE), riferita al fatto che, se la mascherina viene indossata male, provoca un flusso di aria che risale a pressione dalla bocca verso l'occhio, aumentando la secchezza della superficie oculare.
Il problema della secchezza oculare si riscontra spesso anche dopo uno degli interventi chirurgici più praticati al mondo: quello di cataratta. Questo intervento, anche quando perfettamente riuscito, comporta, in circa il 30% dei pazienti, l'insorgenza della sindrome dell'occhio secco. Proprio per studiare in maniera più approfondita questa sindrome, abbiamo recentemente chiuso uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica ‘Advances in therapy' , che ha dimostrato che pre-trattare i pazienti prima dell'intervento di cataratta con un mix di principi attivi come vitamina D, A, omega 3 e liposomi riesce a diminuire il discomfort post-operatorio.
L'occhio secco che insorge dopo un intervento di cataratta può essere un disturbo transitorio e, in genere, si prescrivono dei sostituti lacrimali che i pazienti devono utilizzare per alcuni mesi dopo l'intervento fino al ripristino della corretta idratazione oculare. Ma ora è da poco disponibile nelle farmacie un nuovo sostituto lacrimale (adatto a tutti coloro che soffrono di occhio secco) che contiene vitamina D, vitamina A, omega 3 e liposomi da utilizzare anche prima di andare in sala operatoria.
Il nuovo collirio è stato ‘testato' in uno studio italiano condotto su 45 pazienti con un'età media di 75 anni. Per valutare la qualità della produzione lacrimale si esegue un esame che identifica il break-up time test (TBUT), cioè il tempo di rottura del film lacrimale. Questo test clinico analizza il tempo che intercorre tra un ammiccamento, cioè la rapida chiusura e riapertura della palpebra, e la formazione di piccole aree asciutte nel film lacrimale. Il tempo di rottura viene ritenuto normale se il film lacrimale viene rotto dopo 10 secondi dall'ultimo battito di ciglia. Durante la prima visita, i pazienti arruolati nello studio avevano un tempo di rottura attorno agli 8 secondi e questo valore restava stabile fino al giorno dell'intervento tra coloro che utilizzavano la ‘vitamina D topica', mentre in chi non lo utilizzava è stata misurata una riduzione di più di mezzo secondo della rottura lacrimale.
A peggiorare la sintomatologia dell'occhio secco nei pazienti che si sottopongono all'intervento di cataratta è infatti la profilassi antibiotica in collirio iniziata alcuni giorni prima dell'intervento. Questa profilassi è essenziale ma determina una certa tossicità e secchezza oculare. Anche in questo caso, abbiamo constatato che i pazienti che sono stati pre-trattati con il nuovo collirio sono arrivati all'intervento di cataratta senza i tipici effetti di tossicità dei farmaci di profilassi e quindi con caratteristiche migliori della superficie oculare rispetto a chi, invece, non aveva ricevuto lo stesso collirio.
L'intervento è l'unica maniera per ripristinare la visione dei pazienti affetti da cataratta; tuttavia, l'intervento espone a numerosi fattori che peggiorano la sindrome da occhio secco (colliri per la dilatazione e la disinfezione, luce del microscopio, ultrasuoni erogati per aspirare la cataratta). Il trattamento con la ‘vitamina D topica' riusciva a mitigare i segni e sintomi di secchezza oculare in maniera efficace anche nel postoperatorio: il TBUT manteneva valori tra 7.5 e 8 secondi, mentre nell'altro gruppo era significativamente più basso (6 secondi). Inoltre, nel 95% dei casi la colorazione della superficie oculare, che indica un danno cellulare della superficie oculare, era assente o lieve se il paziente riceveva il sostituto lacrimale mentre nel gruppo di controllo questa percentuale scendeva all'80%.
Il nostro studio mostra come un'azione preventiva con una lacrima artificiale a base di vitamina D, A ed acidi grassi omega 3 somministrata 1 goccia 3 volte al giorno nelle due settimane prima e dopo l'intervento consente di arrivare al tavolo operatorio in condizioni migliori e sia in grado di ridurre il rischio di occhio secco post-chirurgico.
*Oculista presso l'Università degli studi di Milano, Ospedale San Paolo
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