Medicina e ricerca

Neuroradiologia interventistica, servono più specialisti contro l'emergenza stroke

di Mario Muto*

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Il topic è porre in risalto non solo una problematica oramai nota, ossia la futura carenza medica a breve termine, ma soprattutto che tale carenza andrà a colpire alcuni settori dell'assistenza sanitaria, in particolare quella connessa all'area dell'urgenza-emergenza ospedaliera, in particolare pubblica, collegata alla gestione del politrauma, dell'infarto miocardico acuto e dello stroke, quest'ultimo settore di nostra competenza. Il tema sarà affrontato nell'ambito del 15° congresso della Società mondiale di Neuroradiologia Interventistica (WFITN - World Federation Interventional Therapeutic Neuroradiology) che si svolgerà a Napoli dal 21 al 24 ottobre prossimi .

Sono difatti queste reti tempo-dipendenti che maggiormente necessitano di una assistenza immediata (si parla spesso in tali settori di golden hour e tempo=cervello) e nelle quali una eventuale carenza di personale medico determinerebbe un ritardo assistenziale per la salute dei pazienti colpiti da tali patologie.

Lo Stroke , deficit neurologico acuto, può essere di tipo emorragico (rottura di un vaso-20%) o trombo-embolico (chiusura di un vaso-80%). I pazienti affetti da tale patologia molto spesso hanno eventi acuti drammatici con improvvisa perdita di coscienza, o improvviso disturbo del linguaggio e netta riduzione della forza di un emilato o di un arto.
Si parlerà da ora in poi specificamente di stroke ischemico.

Nella gestione dello stroke è fondamentale avere una rete che parta dal 118, che identifica il tipo di patologia, coinvolgendo i centri cosidetti Hub (centri di riferimento dotati di tutta la tecnologia e personale idoneo per la gestione di tali pazienti) e Spoke (centri minori spesso periferici in grado di indirizzare i pazienti successivamente).

Una volta arrivato al Ps, dopo una accurata valutazione neurologica che indica la gravità clinica del paziente con una scala di riferimento, il paziente è inviato ad eseguire esami neuroradiologici diagnostici, normalmente una Tac e Angio Tac, che consente di capire se lo stroke o emorragico o ischemico e consente di capire come trattare il paziente se solo farmacologicamente con fibrinolisi endovena o se il paziente può giovarsi di nuove tecniche endovascolare per via arteriosa di rimozione o aspirazione del trombo, tecniche venute fuori e negli ultimi anni e che stanno rivoluzionando la terapia di questi pazienti trovando grande applicazione in molti centri italiani. Si parla quindi trombectomia e tromboaspirazione per identificare la rimozione del trombo con uno stent (Trombectomia) o mediante cateteri di tromboaspirazione che letteralmente aspirano il trombo. Il punto fondamentale è che il risultato clinico finale di tali trattamenti è tempo dipendente, cioè più tempo passa più neuroni muoiono e maggiore è il deficit neurologico o il rischio di morte, da cui la necessità di intervenire il prima possibile sia farmocologicamente e/o per via endovascolare.

La riduzione/assenza della disabilità post-trattamento determina quindi una riduzione dei costi sociali di questi pazienti (minore assistenza e cure) e quindi ripercussioni positive anche da un punto di vista economico per lo Stato.
È necessario che ci sia un adeguato numero di neuroradiologi/radiologi interventisti in grado di soddisfare le esigenze assistenziali di tale patologia, al momento non adeguati numericamente sia per motivi in premessa che per carenza di formazione.

*Direttore della Unità Operativa Complessa di Neuroradiologia della AO Cardarelli di Napoli


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