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Glaucoma, lanciata la campagna #Soloperituoiocchi

di red.san.


Via alla campagna social. Gennaio, mese del glaucoma e per diffondere una maggiore conoscenza sulla malattia è stata lanciata sui social media la campagna #SOLOPERITUOIOCCHI. L'obiettivo è sensibilizzare i soggetti con più di 40 anni a sottoporsi ad una visita oculistica approfondita. Sulla pagina Facebook dedicata si possono trovare sondaggi e notizie giornaliere per sensibilizzare al controllo. Ciascuno può condividere l'hashtag #SOLOPERITUOIOCCHI insieme alla foto dei propri occhi.

Come vede chi soffre di glaucoma
In chi soffre di glaucoma, si ha una perdita graduale del campo visivo fino alla visione tubulare, cioè è come guardare attraverso un foglio di carta arrotolato: il paziente vede bene, può avere anche 10/10, ma vede solo una piccola porzione, per cui è incapace di orientarsi, per esempio di attraversare la strada. «Il glaucoma è una malattia che interessa il 3% della popolazione con più di 40 anni di età – dichiara Giorgio Marchini, direttore Clinica oculistica, Aou Verona. Viene chiamato ‘il ladro silenzioso della vista' poichè non dà sintomi e può portare alla cecità se non scoperto e non curato. La causa è principalmente legata all'aumento della pressione intraoculare, che danneggia progressivamente il nervo ottico e il campo visivo. Nella sua genesi tuttavia giocano un ruolo anche fattori neurodegenerativi e vascolari».

L'impatto sulla qualità della vita
Finora si è sempre pensato che il glaucoma creasse meno limitazioni nella vita quotidiana poiché preserva la capacità visiva centrale peggiorando solo quella periferica. Ma in realtà, non è così. «All'inizio il campo visivo viene danneggiato nella sua porzione periferica per cui il paziente percepisce di meno il problema perché riesce a vedere bene ciò che ha di fronte, ma mano che il glaucoma progredisce la percezione dello spazio intorno a sé diminuisce e nascono delle difficoltà in alcune delle attività quotidiane» spiega Carlo Nucci, direttore dell'Uoc Oculistica presso il Policlinico Universitario di Roma Tor Vergata.

Maggior rischio di caduta
Una prima importante conseguenza del paziente con glaucoma è il rischio di cadere anche dentro casa. «Il maggior rischio di caduta - prosegue Nucci - è ovviamente legato alla riduzione del campo visivo perché, specie quando interessa la porzione inferiore, la persona ha maggiori difficoltà a vedere le buche per strada, i gradini, le scale ed è più facile cadere oppure urtare contro qualcosa. Inoltre, si è visto che il problema è dovuto anche ad un'alterazione dell'equilibrio».

Gli incidenti stradali
Il glaucoma può avere un impatto anche sulla capacità di guidare. «Si è visto che pazienti con un difetto del campo visivo avanzato – dichiara Nucci - presentano maggiori difficoltà alla guida specie per quello che riguarda l'individuazione di ostacoli che compaiono nella periferia del campo visivo perché vedono bene quello che hanno di fronte agli occhi ma possono avere difficoltà a vedere una macchina, una persona o un altro mezzo che improvvisamente sbuca da una via laterale».

L'importanza della prevenzione
Dunque, per non dover subire tutte queste limitazioni, è fondamentale fare prevenzione senza aspettare la terza età: «Negli stadi iniziali della malattia – dichiara Michele Rinaldi, docente di oftalmologia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli - il glaucoma può essere asintomatico e senza la corretta prevenzione, può essere diagnosticato solo in una fase avanzata del suo decorso, quando ormai sono manifeste importanti e irreversibili perdite del campo visivo». Ecco perché bisogna iniziare a controllare la vista precocemente: «La diagnosi di questa malattia – aggiunge Marchini - viene fatta misurando la pressione intraoculare, le fibre del nervo ottico e i difetti del campo visivo».

Il glaucoma giovanile
Ma il glaucoma può manifestarsi a qualsiasi età. «Il glaucoma congenito, infatti, si presenta già alla nascita con una prevalenza di 1 su 27.000 nati in Europa. Colpisce il bambino in ambo gli occhi nel 70% dei casi – prosegue il professor Rinaldi. Il tipo ‘giovanile' può manifestarsi tra i 10 e i 35 anni e inizialmente i pazienti sono completamente asintomatici. L'aumento della pressione intraoculare, l'aumento dell'escavazione del nervo ottico o una perdita del campo visivo sono da considerare campanello d'allarme per una diagnosi precoce. Pertanto, una corretta prevenzione del glaucoma andrebbe fatta sin dai 10 anni del bambino con una banale misurazione della pressione intraoculare e un esame del fondo oculare con particolare attenzione all'analisi del nervo ottico».

Non solo pressione oculare
L'aumento della pressione oculare è il principale fattore di rischio per l'insorgenza del glaucoma, ma forse – specie tra i pazienti – ancora non si sa che questa patologia si può sviluppare anche in soggetti che hanno una pressione oculare normale. Infatti, si stima che dal 30% al 70% dei soggetti con glaucoma ne hanno una forma indipendente dalla pressione oculare alta. «L'equazione glaucoma = pressione intraoculare elevata – conferma Michele Figus, oculista presso l'Aou di Pisa - non è sempre vera. Infatti, se è vero che la pressione oculare è sicuramente il fattore di rischio più importante per sviluppare la malattia, non è sempre presente in tutte le forme con cui la stessa malattia può presentarsi tant'è vero che esiste un tipo particolare di glaucoma che si definisce “glaucoma a pressione normale”».

Il ruolo della neuroprotezione
«Il glaucoma – prosegue Figus - è una malattia neurodegenerativa e come tale condivide alcune caratteristiche con altre malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer ed il morbo di Parkinson». La neuroprotezione rappresenta un'opportunità in più per trattare più efficacemente questa malattia. «È ormai chiaro che la riduzione della pressione intraoculare non è sufficiente a prevenire l'insorgenza del glaucoma in tutti i soggetti a rischio e non riesce ad arrestarne la progressione in tutti i soggetti già malati. Sono, quindi, necessarie altre strategie terapeutiche come la neuroprotezione che, affiancate alla riduzione della pressione intraoculare e agendo direttamente sulla cellula neuronale, siano in grado di contrastare la progressiva morte cellulare» conclude Figus.

Il Coenzima Q10
Tra le varie sostanze ad azione anti-ossidante e bio-energetica, il Coenzima Q10, noto anche come ubiquinone, è considerato una delle molecole più promettenti da affiancare alla terapia tradizionale del glaucoma. «Si tratta di una molecola simile ad una vitamina presente a livello del mitocondrio che partecipa al metabolismo deputato alla produzione di energia all'interno della cellula e che interviene nei meccanismi di rimozione dei radicali liberi – spiega Nucci. Il coenzima Q10 è oggi riconosciuto dalla comunità scientifica come un possibile approccio di supporto nel contrastare i complessi meccanismi di danno neuronale causati dal glaucoma.


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