Medicina e ricerca
Glaucoma, a rischio cecità 80 milioni di pazienti nel mondo. Il Congresso Aisg
Un'epidemia 3.0, una malattia della “seconda e terza età'', causata soprattutto dall'aumento della durata media della vita. È il glaucoma, la patologia che aggredisce il nervo ottico e può portare alla cecità, la nuova minaccia, silenziosa, alla popolazione mondiale. A lanciare l'allarme e' l'Aisg (l'Associazione italiana per lo studio del Glaucoma) nel corso del primo Congresso internazionale in corso a Roma, a Villa Miani, da oggi a sabato.
«Autorevoli fonti internazionali - spiega il presidente Aisg Stefano Miglior - stimano che nel 2020 ci saranno in tutto il mondo oltre 80 milioni di pazienti colpiti dal glaucoma e in Italia la situazione sarà ulteriormente aggravata dall'aumento costante della durata media di vita e dalla maggiore incidenza della patologia tra le fasce più adulte della popolazione. La cura del glaucoma è molto costosa e incide già notevolmente sulla spesa sanitaria nazionale che, in prospettiva, verrà ulteriormente gravata dai costi socio-assistenziali di sostegno a una fetta così ampia di popolazione che non sarà più auto-sufficiente perché priva della vista».
Secondo l'Oms nel mondo sono colpite dal glaucoma circa 55 milioni di persone e 25 milioni circa sono quelle che hanno perso la vista del tutto o in parte. La prevalenza del glaucoma è di circa l'1-2% nei soggetti con più di 40 anni ma aumenta al 5% in chi ha più di 70 anni. In Italia sono circa un milione le persone malate di glaucoma in terapia, ma si stima che almeno la metà non sappiano di averlo mentre la patologia sta silenziosamente rubando loro la vista. Quando se ne accorgeranno almeno il 40% della loro capacità visiva sarà perduta con gravi conseguenze dal punto di vista lavorativo, sociale e familiare.
Nel corso del congresso la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha sottolineato in una lettera come in Italia siano stati fatti importanti passi avanti: «Nel piano nazionale di prevenzione (2014-2018) - spiega in una missiva di saluto - è stato inserito infatti un paragrafo che riguarda l'ipovisione e la cecit».
«Nella maggior parte dei casi la patologia- spiegano Beatrice Brogliatti e Roberto Carassa, membri del direttivo Aisg - è dovuta a un aumento della pressione interna dell'occhio che causa, nel tempo, danni permanenti alla vista accompagnati da riduzione del campo visivo (si restringe lo spazio che l'occhio riesce a percepire senza muovere la testa) e da alterazioni della papilla ottica. Se non curata porta inevitabilmente alla perdita della funzione visiva. La sua prevalenza sale al 10 per cento della popolazione oltre i 75 anni».
Pur non essendo una malattia esclusiva dell'anziano, la prevalenza della malattia aumenta in maniera lineare con l'età e una percentuale di casi compare già a partire anche prima dei 40 anni. A questa età gli esperti suggeriscono di sottoporsi ad un controllo oculistico che comprenda la misurazione della pressione oculare.
«Un momento ideale - spiegano i professori Luciano Quaranta e Luca Rossetti - è rappresentato dall'insorgenza della presbiopia (visione sfocata da vicino), eppure solo il 21% degli italiani ha eseguito un controllo della vista negli ultimi 5 anni. Altro fattore di rischio sono i precedenti familiari: tutti coloro con un familiare affetto da glaucoma dovrebbero sottoporsi a frequenti controlli, in quanto questa malattia oculare presenta forti caratteri di ereditarietà (fattori genetici), l'anamnesi familiare è positiva tra il 5 e il 40%».
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