Medicina e ricerca

Costi standard locali pro sostenibilità

di Giovanni Padula (esperto in Economia sanitaria, docente in Management sanitario)

Il progressivo invecchiamento della popolazione e il progresso tecnologico e scientifico hanno contribuito ad aumentare la richiesta di prestazioni sanitarie e, conseguentemente, il costo dell’assistenza sanitaria. Si è reso pertanto necessario una rifunzionalizzazione della gestione sanitaria per coniugare il contenimento dei costi all’incremento dei livelli di prestazione. L’efficientamento gestionale realizzato attraverso la standardizzazione dei costi per procedura non sempre tuttavia si concilia con il mantenimento di un adeguato livello prestazionale per paziente. Ciò si verifica soprattutto per gli interventi della parete addominale che rappresentano una voce di costo non trascurabile nell’ambito della settore della chirurgia generale non oncologica. La spesa per tali tipologie di interventi, particolarmente per gli interventi a più elevato contenuto tecnologico, quali i laparoceli, molto spesso non è completamente ammortizzabile pur ricorrendo, per gli interventi di peso medio quali le ernioplastiche inguinali ad un incremento dell’indice di rotazione e maggior utilizzo delle sale operatorie nell’ambito delle strutture di day e week surgery.

A riguardo un recente studio della Asst Niguarda sui costi di pre-ricoveri e di intervento chirurgico su paziente per interventi di trattamento della parete addominale ha evidenziato la necessità di identificare un “costo standard a livello locale” basato su una riponderazione dei costi del personale infermieristico, medico-chirurgico e servizi di logistica, con particolare attenzione ad una ottimizzazione nella gestione delle scorte dei dispositivi medici e dei prodotti farmaceutici. La soluzione sarebbe quella di intervenire modulando diversi livelli di prestazioni, come accade da alcuni anni in Germania, ove la chirurgia di parete di base viene erogata in centri ad ampia diffusione territoriale, mentre i casi più complessi vengono accentrati in centri di secondo e terzo livello. In ogni caso la rimodulazione dei costi del personale all’interno di centri di costo specialistici, hernia center e Unità di chirurgia di parete dedicati a questa patologia, consentirebbe da un lato di migliorare l’outcome di patologia, ovvero diminuire i costi diretti ed indiretti sanitari da re interventi e complicanze, dall’altro abbattere i costi per procedure erogate su standard procedurali che generano costi certi e definiti. Per rafforzare il contenimento dei costi per tale tipologia di prestazioni è necessaria altresì la tracciabilità non solo dell’avvenuta procedura ma anche del risultato proiettato nel tempo, e questo è ottenibile tramite l’introduzione di registri ove accanto alla tracciabilità dell’intervento chirurgico, già oggi obbligatoria, sussista anche la tracciabilità del follow-upclinico.

L’attività in centri dedicati consente di lavorare su standard di procedure che possono avvalersi di nuove modalità organizzative nella gestione di tutti i devices medico chirurgici necessari per l’esecuzione dell’intervento quale l’utilizzo dei custom pac, arrivando così a una semplificazione della gestione economica tramite un costo standard certo. Lo studio summenzionato, condotto sui dati degli interventi effettuati nel periodo 2011-2015, ha evidenziato come una politica di contenimento del costo per paziente debba tenere conto non solo della complessità del caso clinico ma anche del grado di competenza delle risorse impiegate e della tecniche chirurgiche utilizzate: è stato riscontrato che l’incremento del costo a procedura può dipendere anche da un utilizzo di tecniche chirurgiche derivanti più dall’abitudine dell’operatore che dall’utilizzo di standard certificati aziendali.

Il costo è in stretta relazione con tutta una serie di variabili quali ad esempio la durata degli interventi, durata che dipende non solo dal regime di degenza in cui è stata eseguita la procedura registrandosi una differenza significativa per interventi chirurgici eseguiti in pazienti ambulatoriali rispetto a pazienti ricoverati e in urgenze, ma anche dal livello di esperienza del chirurgo. È emerso che gli interventi chirurgici eseguiti da chirurghi con maggiore esperienza hanno una durata inferiore e come tale consentono una migliore rotazione e un maggior utilizzo delle sale operatorie congiuntamente a un incremento di produttività del personale medico e paramedico coinvolto. A ciò si aggiunga che il raggiungimento del contenimento dei costi dipende anche dal controllo delle altre risorse ospedaliere coinvolte nelle procedure ed in particolare le risorse amministrative coinvolte nella gestione della documentazione clinica. Le soluzioni prospettate per il contenimento dei costi risultano necessarie e non più derogabili nella loro applicazione per una riduzione delle perdite di bilancio delle aziende del Ssn considerato che i correlati finanziamenti da Drg non sono adeguati a garantire la copertura di tali costi, anche perché con l’introduzione della chirurgia ambulatoriale e a bassa complessità la tracciabilità di molte prestazioni chirurgiche è persa. L’attuale sistema di rimborso da Drg spesso non copre i costi effettivamente afferenti a ogni singolo intervento non essendo prevista alcuna differenziazione per tipologie di interventi laddove, come visto, per quelli di maggiore complessità si rende necessaria una diversità di trattamento con ulteriore aggravio di costi sanitarie (ad esempio l’utilizzo di dispositivi protesici o la necessità di ospedalizzazione per pazienti affetti da altre patologie e per recidive) e indiretti.


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