Medicina e ricerca
L’incontinenza colpisce oltre 5 milioni di italiani. Ma è tabù
di Diego Riva (Clinica S. Pio X Humanitas, Milano) Valerio Pieri (DiSa, Università degli Studi Roma TRE)
La ricerca ha evidenziato la mancanza di dati scientifici sull'argomento, il che appare quasi paradossale di fronte alla rilevanza sociale dell'incontinenza: almeno 5,1 milioni di persone sopra i 18 anni (3,7 milioni di donne e 1,4 milioni di uomini, con un rapporto di 2,7 a 1 tra i due sessi): su 100 italiani, almeno 10 soffrono di incontinenza (6% tra gli uomini e 14% circa tra le donne, con un sensibile incremento al crescere dell'età).
Per questo la Fondazione italiana continenza ha messo a punto un modello di “rete di centri” proprio per aiutare le persone a trovare il giusto percorso di cura e nello stesso organizzare al meglio le risorse esistenti per un sistema accessibile e sostenibile.
Un problema “costoso” per il sistema
Sul piano economico, i costi generati ogni anno dall'incontinenza urinaria in Italia sono di miliardi di euro. L'incontinenza, infatti, non genera soltanto costi diretti (presidi assorbenti, diagnosi, terapie, ecc.), ma anche importanti costi indiretti (perdita di produttività lavorativa, raccolta e smaltimento dei rifiuti indifferenziati prodotti, tempo utilizzato da chi assiste le persone incontinenti, ecc.). Esistono infine costi intangibili, rappresentati principalmente dalla sofferenza psicologica (disagio, ansia, angoscia, vergogna, ecc.) della persona incontinente e dei suoi familiari. Essi sono difficilmente misurabili in termini monetari, ma è agevole comprenderne la rilevanza in termini di impatto socio-economico.
Guardando ai costi diretti e indiretti, la sola incontinenza femminile in Italia genera impatti stimabili in circa 3,3 miliardi di euro l'anno (diretti 60%, indiretti 40%). Il costo medio pro-capite per i 3,7 milioni di donne incontinenti è di poco superiore a 900 euro l'anno (60% di costi diretti, 40% costi indiretti). L'importo di 3,3 miliardi l'anno non include i costi dell'incontinenza maschile, i costi ulteriori delle persone incontinenti ricoverate, nonché tutti i costi intangibili.
Riguardo alla partecipazione del Ssn, la copertura dei costi può essere pressoché integrale (ad esempio, per gli interventi chirurgici), parziale per altri (ad esempio, per la fornitura di presidi assorbenti), mentre per varie voci di costo il grado di partecipazione del SSN è irrilevante o nullo (ad esempio, per i farmaci). Nel complesso, i primi risultati provvisori della ricerca, che sarà finalizzata e pubblicata nei prossimi mesi, collocherebbero la quota media di partecipazione del sistema sanitario a circa la metà dei costi diretti, per una spesa annua compresa tra 1 e 1,5 miliardi di euro.
La ricerca ha portato alla definizione di un modello originale di studio dei percorsi di diagnosi e terapia delle diverse forme di incontinenza, basato sulla metodologia della event tree analysis e finalizzato a rappresentare in modo verosimile i comportamenti delle pazienti affette dalle diverse forme di incontinenza e l'efficacia delle diverse terapie.
Questo approccio consente di mettere in luce l'urgenza di alcuni cambiamenti:
1) la diffusione delle conoscenze sia tra i medici di famiglia che tra i pazienti
2) la riduzione dei tempi tra l'insorgere dei primi sintomi e l'avvio del percorso di diagnosi e di terapia;
3) un maggiore ricorso alle terapie in grado di ridurre e curare definitivamente l'incontinenza (interventi chirurgici, fisioterapia, farmaci, a seconda dei casi);
4) l’esplorazione degli effetti della prevenzione. Questo permetterebbe di declinare i Livelli Essenziali di Assistenza in qualità ed appropriatezza dell'assistenza erogata, omogeneità territoriale dell'offerta, accessibilità dei cittadini alle prestazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA