Medicina e ricerca

“Donatori di Musica” in concerto nei reparti di oncologia

di Sara Lavorini

Le patologie neoplastiche sono in costante aumento nella popolazione e, ogni anno, causano la morte di milioni di persone in tutto il mondo. Solo in Italia, annualmente, sono oltre 36omila le nuove diagnosi di tumore (esclusi i carcinomi della cute), circa 195mila (54%) fra gli uomini e 169mila (46%) fra le donne. Nel corso della vita in media un uomo su due e una donna su tre si ammalerà di tumore.
La medicina, fortunatamente, negli ultimi anni ha fatto dei progressi enormi per curare il cancro e salvare così la vita a milioni di persone. Accanto a importanti terapie farmacologiche, si è affiancata la “cura delle note”, nata nel 2009 a Carrara grazie all’oncologo Maurizio Cantore, Andrea Mambrini e il produttore musicale Gian Andrea Lodovici, colpito egli stesso da un tumore. Dalla collaborazione tra i tre professionisti, nacquero i “Donatori di Musica”, rete di musicisti di alto livello, medici, infermieri,volontari, pazienti e famigliari, che organizzano concerti negli ospedali.
«Tutto è nato a Carrara ma nel giro di pochi anni, l'importanza dell'uso della musica durante la degenza in ospedale dei malati che dovevano sottoporsi alle cure, ha assunto una vera e propria valenza scientifica -afferma Andrea Mambrini – così adesso nei nosocomi di Mantova, Brescia, Bolzano, Bari, ma anche nell'oncologia pediatrica di Parma, nella chirurgia di Verona e Brindisi si sta adottando questo metodo. Organizzare concerti gratuiti nei reparti degli ospedali, con artisti di alto livello come Gino Paoli, Marco Masini, Fiorella Mannoia, Paola Turci, Dolce Nera, Roby Facchinetti e molti altri ancora, crea un vero e proprio contatto tra loro e i malati, riusciendo così ad aiutare le persone in difficoltà a sentirsi meno sole e soprattutto a stimolare in loro la voglia di continuare a lottare. Donatori di musica coinvolge il paziente nella sua interezza, cerca di stimolare la sua voglia di vivere, di credere che la vita non sia finita solo perchè ha il cancro. Mantenere quindi attiva una persona malata, grazie anche all'uso dell'arte e, al clima di attesa e speranza che precede un concerto, è un valido aiuto fisico e morale».
Sono numerosi gli studi scientifici che hanno dimostrato l'effetto benefico, psico fisico, della musica sui pazienti oncologi che nella maggior parte dei casi, una volta che hanno scoperto di avere un cancro, si lasciano andare e credono che la loro vita sia finita.
«Tra il 2012 e il 2013 abbiamo analizzato oltre 242 pazienti in cura nel nostro reparto di oncologia a Carrara - continua Andrea Mambrini - e li abbiamo divisi in due gruppi differenti. Il primo composto da 103 ricoverati che durante il loro periodo di cure partecipavano in maniera attiva all'organizzazione dei concerti: aiutavano noi dello staff medico ed infermieristico ad allestire la stanza dove il musicista avrebbe tenuto la sua esibizione, preparavano a casa del cibo e rimanevano con noi per il pranzo o la cena dopo il concerto. Gli altri 139 ricoverati invece, che erano in terapia, non partecipavano ad alcun evento d'arte. La differenza nel modo di affrontare e combattare il tumore, era completamente diversa tra i vari malati. Quelli che erano stati coinvolti nell'organizzazione e ascolto dei concerti, presentavano un benessere psico fisico, nettamente migliore degli altri. Essere riusciti infatti a creare un clima sereno e stimolante all'interno del reparto, ha favorito la diminuzione dell' ansia e dello stress e la non insorgenza della depressione durante tutta la fase del loro ricovero ospedaliero. I momenti di condivisione hanno infatti contribuito a far nascere anche delle amicizie tra i malati, che a loro volta si aiutavano e si scambiavano le proprie emozioni e paure».


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