Medicina e ricerca
La mindfulness per superare il disagio sociale: Fondazione Tim lancia il Progetto Resilienza
di Marcella Logli (direttore generale Fondazione Tim e Fabio Giommi, presidente Associazione italiana per la Mindfulness)
In Italia, si è iniziato a parlare di resilienza nel 2013, grazie alla creazione del network “100 Resilient Cities” ad opera della Rockefeller Foundation che ha selezionato Roma e Milano tra le città italiane impegnate a sviluppare strategie urbane improntate alla resilienza.
In psicologia, però, il termine resilienza è stato inizialmente utilizzato da Werner e Smith già negli anni '80, come la metafora di un fenomeno misurabile in fisica: l'attitudine di un corpo a resistere senza rotture a sollecitazioni esterne brusche o durature.
L'idoneità di una persona (così come quella di una città, di una azienda etc) ad affrontare le avversità e a superarle, imparando dall'esperienza stessa nuove capacità, è ormai identificata come “il più grande strumento umano” : la capacità dinamica di fronteggiare le difficoltà con successo, opponendo agli eventi negativi la propria forza interiore ed organizzativa che consente di superare situazioni di disagio anche gravi. È in questo ambito, quindi, che si inserisce l'ultima iniziativa di Fondazione Tim e del suo nuovo modello di filantropia, che non si concretizza più in un mero finanziamento di buone cause, ma vuole essere condivisione di innovazione, competenze, progettualità e risorse.
Il contesto in cui ci si è mossi è la povertà e nello specifico le così dette “nuove povertà”. L'Unione Europea per l'anno 2015 presenta elevati tassi di disoccupazione (ai primi posti risultano la Grecia e la Spagna con tassi rispettivamente del 25,2 % del 22,5%) mentre l'Italia si presenta al sesto posto con il 12,7%: oltre 9,5 milioni di italiani sono a rischio povertà, considerando non solo la disoccupazione come fattore di rischio. Non si tratta infatti solo di disoccupati: se si considerano anche i precari e tutti gli altri occupati con prospettive incerte, una buona fascia della popolazione viene considerata nell'area del “disagio sociale”.
«Fondazione Tim è già intervenuta nel campo delle nuove emergenze sociali attraverso due app “operative”: BeeApp realizzata con Banco Alimentare Roma – 450 enti del territorio cui afferiscono 150.000 beneficiari - che su di un portale mette a disposizione le merci eccedenti e tramite un meccanismo di georeferenziazione le propone agli enti più vicini fisicamente per un ritiro in tempo record e DoLine, realizzata con Banco Farmaceutico, che consente di donare farmaci online con pochi click da smartphone, tablet, PC.
Ma con il Progetto Resilienza ha scelto di agire non andando semplicemente a tamponare situazioni critiche, ma offrendo uno strumento per affrontare alla fonte il disagio.
Ci siamo avvalsi della prima Associazione Italiana per la Mindfulness (Aim) per realizzare programmi sulla pratica della mindfulness progettati per le persone in condizioni di vulnerabilità e disagio sociale (disoccupati, divorziati, etc). La pratica di mindfulness è una metodologia che aiuta a sviluppare la personale capacità di resistere e reagire ritrovando in se stessi le risorse (psicologiche, relazionali, valoriali) per superare le difficoltà. Tale metodologia è applicata non solo in chi si ritrova in condizioni di “nuova povertà”, ma anche in chi lavora e vive dentro le organizzazioni, questa pratica nell'ambito delle organizzazioni è già stata applicata con buoni risultati ad esempio in Google Inc. California.
I soggetti sono stati coinvolti e guidati ad accedere alle proprie risorse, mentre gli istruttori di mindfulness sono stati formati e certificati da Aim. Al contrario dello spesso sopravvalutato multitasking che importanti ricerche indicano ormai come colpevole di generare circa un 30/40% di diminuzione di efficienza nel nostro funzionamento mentale, la mindfulness è al centro dell'interesse generale per la sua efficacia nell'affrontare il disagio e lo stress e sviluppare la resilienza. Le persone intuiscono che possono trovarvi qualcosa che va nella direzione opposta della frammentazione cronica dell'attenzione e della iper-stimolazione costante.
In particolare, il Progetto Resilienza ha visto ad oggi l'organizzazione di circa 20 gruppi di Mbrs (Mindfulness - Based Stress Reduction Program) realizzati in contesti diversi in partnership con ospedali, consultori, associazioni, comuni, etc. dell'area metropolitana di Milano, realtà che hanno una conoscenza più capillare delle situazioni di nuova povertà sui loro territori e possono contattare e valutare le candidature alla partecipazione al progetto.
Pur trattandosi di un progetto, la cui finalità principale è di natura sociale - ossia la coltivazione della resilienza attraverso la mindfulness in chi si ritrova in una condizione di disagio sociale - particolare attenzione è stata dedicata anche a misurarne gli effetti secondo la più aggiornata metodologia evidenced-based. Sono in corso infatti diverse ricerche sia sulle variabili di tipo psicologico che fisiologico/biologico.
Esemplare in questo senso una prima ricerca condotta da Concetta Gardi dell'Università di Siena che si è conclusa con risultati promettenti (è in preparazione una pubblicazione su riviste scientifiche internazionali peer-reviwed). Lo scopo dello studio è stato quello di valutare, in soggetti a rischio di burnout, l'effetto del programma di mindfulness sui parametri biologici associati allo stress. Considerando infatti che una condizione di stress cronico si associa alla disregolazione delle citochine pro-infiammatorie, è stata valutata l'influenza negativa sulla funzione immunitaria, con un grave impatto sulla salute fisica e mentale. Inoltre, novità assoluta di questo studio, è stata la valutazione dell'effetto anche sui livelli di stress ossidativo, un processo di livello cellulare. Su tutti questi parametri la mindfulness ha indotto un miglioramento significativo dopo i 2 mesi di training Mbsr.
Non si sono offerti “beni materiali”, dunque ma si è offerto un metodo per lavorare sul proprio disagio. E già questa è innovazione, futuro e progresso.
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