Medicina e ricerca
Giornata mondiale di prevenzione otorinolaringoiatrica. Da Trieste la nuova tecnologia Nbi per la diagnosi precoce
di Giancarlo Tirelli (direttore della Clinica Otorinolaringoiatrica degli Ospedali Riuniti di Trieste)
Si stima che in Europa, i casi di tumore della testa e del collo siano 140.000 e oltre 65.000 decessi legati a questa patologia; in Italia, ogni anno si registrano circa 12.000 nuovi casi la maggior parte dei quali nel sesso maschile. I tumori della testa e del collo rappresentano la quinta neoplasia più diffusa in Italia e la stima dei pazienti colpiti da questa neoplasia è di circa 100.000 casi. Il Nord Italia è la zona in cui i tumori della testa e del collo sono maggiormente diffusi, con una prevalenza nell'area del Nord Est dove si registrano circa 400 nuovi casi all'anno solo nel Friuli Venezia Giulia. Il principale fattore di rischio è rappresentato dal fumo di sigaretta, sigaro e pipa che diventa ancora più determinante e pericoloso quando si associa al consumo di alcool. Altri fattori quali la scarsa igiene orale e l'esposizione tramite contatto sessuale al papilloma virus contribuiscono a favorirne l'insorgenza in massima parte a livello dell'orofaringe; si stanno ancora studiando le correlazioni tra Hpv e cancro di altre sotto sedi anatomiche del distretto testa e collo al di fuori dell'orofaringe.
Lo Human papillomavirus (Hpv), un'infezione sessualmente trasmessa, risulta essere la causa più importante oltre che del tumore dell'utero anche del cancro della gola (orofaringe) negli Stati Uniti. La percentuale di tumori Hpv correlati è sostanzialmente aumentata: nel 1980 solo il 16% dei pazienti con tumore della gola risultava Hpv positivo mentre negli anni 2000 la percentuale è salita al 73%. Riconoscere i sintomi e diagnosticare i tumori della testa e del collo in fase precoce offre ai pazienti una speranza di guarigione molto elevata Quando possibile, questi tumori vengono trattati con la chirurgia, ma spesso vi è il pericolo di interventi demolitivi e invasivi, poiché la malattia è diagnosticata in fase avanzata in 9 casi su 10.
L'intervento chirurgico eseguito se la diagnosi è stata fatta in fase precoce cioè all'inizio della malattia, offre maggiori possibilità di ricorso alla chirurgia mini-invasiva. Quest'ultima consente di preservare la funzionalità della parte colpita da tumore limitando alterazioni permanenti della deglutizione, della respirazione, della fonazione, della masticazione e dell'estetica del paziente. La causa che determina molto spesso una diagnosi tardiva avvenuta quando cioè il tumore è già diffuso è rappresentata dal fatto che i tumori testa e collo in fase iniziale non allarmano il paziente perché non provocano dolore e provocano scarsissimi sintomi e banali segni visibili come un arrossamento o un'irregolarità della superficie della mucosa che riveste le vie aero-digestive superiori.
Un nuovissimo sistema di video-endoscopia consente di individuare i tumori della testa e del collo soprattutto in questa fase o addirittura quando non sono ancora visibili all'occhio umano anche se aiutato da endoscopi ad alto ingrandimento. Il macchinario si compone di un sistema ottico detto Nbi–Narrow Band Imaging, presente attualmente nella configurazione più aggiornata in pochi centri in Italia, che consente di identificare alterazioni della mucosa quando sono ancora in fase precancerosa quindi non ancora tumorale permettendo inoltre di valutare l'esatta estensione della lesione fondamentale per esaminare gli aspetti prognostici oltre che per effettuare una corretta decisione terapeutica.
La chirurgia miniinvasiva dei tumori della testa e del collo prevede per contro che l'asportazione del tumore avvenga attraverso la bocca o attraverso le narici del naso con l'ausilio di sofisticate tecniche e metodiche chirurgiche endoscopiche in questo caso senza provocare alcuna cicatrice sul volto e sul collo del paziente. Da alcuni anni presso la Clinica Orl di Trieste le regole e gli aspetti descritti sopra e propri della chirurgia miniinvasiva sono stati per la prima volta associati alle peculiarità offerte dalla tecnologia Nbi- Narrow Band Imaging (Nbi) in fase intraoperatoria nella resezione dei tumori della bocca e della gola. La tecnologia Nbi impiegata solitamente per evidenziare in fase diagnostica lesioni tumorali in fase molto precoce come descritto sopra, viene utilizzata in sala operatoria durante l'intervento chirurgico per guidare il chirurgo nella decisione importantissima di quali tessuti asportare per garantire una resezione completa e radicale del tumore, comprese quelle aree di mucosa malate che altrimenti non risulterebbero visibili a occhio nudo.
La resezione chirurgica risulterà così “tailored”, ovvero modellata su misura e con precisione rispetto al fronte di avanzamento infiltrativo del tumore tenendo sotto controllo visivo i suoi margini anche in quelle aree dove, senza tecnologia Nbi non risulterebbero apprezzabili. Il risultato è di riuscire a eliminare il tumore risparmiando massimamente i tessuti considerati sani dal NBI. Il secondo obiettivo dell'abbinamento Nbi-miniinvasiva è ridurre i rischi che il tumore si rigeneri e si ripresenti; il rischio molto elevato di recidiva nei tumori della cavità orale che può arrivare al 50% pare causato dalla persistenza di nidi cellulari lasciati in sede dal chirurgo in quanto non visibili allo stesso; la tecnologia Nbi evidenziando aree pericolose non sospette ne permette l'eliminazione in fase intraoperatoria garantendo un minor numero di recidive e una maggior possibilità di guarigione definitiva.
© RIPRODUZIONE RISERVATA