Medicina e ricerca
Trapianti: gli obiettivi degli «Stati generali»
di Alessandro Nanni Costa (direttore Centro nazionale trapianti)
Gli Stati generali delle Rete trapiantologica, organizzati a Roma nei giorni scorsi, sono stati la risposta a una forte esigenza di incontro con tutti i nostri interlocutori per trovare, insieme, gli indirizzi programmatici per la rete per i prossimi anni. Prima tra tutte gli Stati generali hanno delineato la necessità di attuare un Programma nazionale sulla Donazione che nasce dalla capacità dimostrata in alcune Regioni Italiane di raggiungere ottimi livelli di procurement.
La prospettiva è quella di creare dei criteri di qualità che siano identificabili nelle migliori pratiche che già esistono nel nostro paese e che siano trasferibili in tutte le regioni italiane. L’obiettivo è quello di creare degli indicatori che possano permettere di controllare e di misurare il processo di donazione per renderlo più efficiente. Creando un sistema basato su degli standard minimi che siano applicabili su tutto il territorio nazionale potremo puntare a degli obiettivi ambiziosi come quello di raggiungere, in un paio di anni, i 20 donatori per milione di abitanti in tutte le Regioni del nostro Paese.
Sempre per rispondere all’esigenza di aumentare il numero di donatori si dovrà puntare sull’incremento del programma di donazione a cuore fermo che, sebbene nel nostro paese abbia delle difficoltà insite nella durata del periodo di attività cardiaca assente necessaria per dell’accertamento di morte (20 minuti contro i 5 del resto d’Europa), sta già dando ottimi risultati grazie all’utilizzo dei nuovi sistemi di riperfusione degli organi che negli ultimi mesi hanno permesso di effettuare trapianti non solo di reni ma anche di fegato e di polmone.
Sul fronte, poi, dell’ aumento degli organi utilizzati e, dunque, dei trapianti effettuati gli Stati Generali hanno sancito il ruolo determinante del Centro nazionale Trapianti operativo (Cnto): un unico interlocutore centrale a livello di coordinamento permette una visione sistemica in tempo reale di quelle che sono le attività di donazione e trapianto, di rispondere in maniera più coerente alla rete ma anche di valorizzarne gli sforzi.
La vera novità degli Stati Generali è che per la prima volta si è creato un ponte tra il mondo degli organi e quello dei tessuti e delle cellule, da sempre uniti sotto un unico cappello diretto e coordinato dal Centro nazionale Trapianti, ma che per lungo tempo hanno viaggiato su binari paralleli.
L’Italia, infatti, è il Paese leader in Europa in termini di donazione e trapianto di tessuti e tra quelli che fanno scuola sul tema del trapianto delle staminali ematopoietiche. Non a caso il nostro paese è già all’avanguardia nel trapianto di midollo osseo da donatori aploidentici: sino a ora per questo tipo di trapianti si utilizzavano o donatori familiari con compatibilità pari al 100% o donatori estranei iscritti ai Registri che avessero anch’essi lo stesso livello di compatibilità.
Oggi si è in grado si eseguire i trapianti aploidentici ossia di trapianti da familiari che abbiano una compatibilità al 50% con il paziente, in sostanza un’ulteriore possibilità terapeutica da offrire al paziente. Per i pazienti in attesa di trapianto e trapiantati, inoltre, si aprono sempre più vie per il recupero totale e il ritorno a una vita piena.
Uno degli obiettivi che intendiamo raggiungere nel prossimo biennio è quello di mandare in palestra il maggior numero di pazienti trapiantati.
Abbiamo oramai la certezza scientifica, documentata da varie pubblicazioni fatte negli ultimi anni, che effettuare una regolare e somministrata attività fisica, infatti, permette al trapiantato di tenere sotto controllo creatinina e colesterolo, di controbilanciare gli effetti della terapia immunodepressiva.
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