Medicina e ricerca
Hcv tra sostenibilità di sistema e accesso alle cure
di Francesco Saverio Mennini (Professore di Economia Sanitaria, Università Tor Vergata, Roma. Visiting Professor, Kingston University, Londra)
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A quanto ammontano, ad oggi, i costi annuali dei pazienti affetti da patologie Hcv-correlate? Da studi recenti (CEIS EEHTA) è stato desunto come l’infezione cronica da Hcv sia una condizione patologica a elevato impatto economico e sociale. Gli autori hanno stimato un onere complessivo annuo pari a oltre 1 miliardo di euro di cui circa il 39% legato a costi diretti sanitari, e ben il 61% attribuibile a perdita di produttività causata all’assenza dal lavoro per malattia. In particolare, lo studio di Mennini et al., del 2013, ha stimato una riduzione dei costi diretti sanitari associati alla gestione dei pazienti con Hcv di oltre il 34,3% a livello nazionale rispetto al 2012 grazie all'introduzione progressiva dei nuovi trattamenti anti-Hcv presto disponibili in Italia (con un utilizzo dei nuovi farmaci compreso tra il 10 e il 35%).
La maggiore efficacia dei nuovi farmaci potrà ridurre il carico della malattia e quindi i relativi costi; l'entità di questa riduzione dei costi rappresenta, quindi, un indicatore di quanto il Ssn potrebbe essere disposto a spendere per averli (willingness to pay - WTP). Partendo da questo assunto, un studio recente, ha inteso valutare l'impatto che i futuri livelli di SVR dei trattamenti anti-HCV potranno avere sul carico della malattia e sulla relativa riduzione dei costi diretti e indiretti per i pazienti eleggibili al trattamento secondo quanto stabilito dai criteri Aifa.
Dall'analisi è stato possibile dimostrare una riduzione di oltre 156.000 eventi HCV-correlati nel medio periodo (2014-2030) con una riduzione di più di €550 milioni come costi indiretti. Di questa riduzione, oltre il 70% è attribuibile ai trattamenti per pazienti affetti dal genotipo 1. Il modello è stato in grado di considerare l'impatto reale che i nuovi farmaci, grazie alla maggiore efficacia, potranno avere su un realistico ammontare di pazienti eleggibili al trattamento.
Nel momento in cui il sistema deve definire la disponibilità a pagare per una nuova tecnologia, bisogna tenere in dovuta considerazione la riduzione dei costi che l'innovazione terapeutica è in grado di garantire al Ssn. Lo studio ha concentrato l'attenzione proprio su questo aspetto, dimostrando che i nuovi farmaci anti-HCV consentirebbero una riduzione di costi medi per paziente trattato compresa tra €13.000 ed €18.000 (€11.000 ed €13.000 se consideriamo i soli costi diretti sanitari) in un orizzonte temporale di 10 anni. Di conseguenza, i decisori dovrebbero rispondere alla seguente domanda: quante risorse si è disposti ad aggiungere rispetto agli attuali livelli di spesa per garantire la cura dei pazienti affetti da HCV tenuto conto della forte riduzione dei costi garantita dall'efficacia dei nuovi trattamenti (WTP)?
Questo studio è il primo modello che tenta di valutare la disponibilità a pagare da parte del sistema per l'impiego dei nuovi farmaci anti-Hcv.
In base a quanto emerso, un'importante quota parte della spesa per paziente trattato può essere compensata dalla riduzione dei costi diretti garantita dall'efficacia dei nuovi trattamenti. La tesi viene ulteriormente rafforzata se viene considerata anche la riduzione generata dai costi indiretti, la quale non influisce sulla disponibilità a pagare del decisore, che è il Ssn, ma aggiunge un'informazione importante dalla prospettiva sociale.
Nello specifico è interessante rilevare come lo studio abbia evidenziato una riduzione di costi, a partire dal 2020, pari a circa €11.000 in termini di costi diretti sanitari ai quali andrebbero aggiunti, sia per correttezza metodologica che per impatto sulla spesa pubblica, circa €2.000 di costi indiretti. Questo vuol dire che, nel caso in cui i costi dei nuovi trattamenti fossero intorno a €13.000, al 2020 il sistema avrebbe ripagato completamente l'investimento per l'innovazione riportando a zero il differenziale tra quanto avrebbe speso nel caso-base e quanto spenderebbe nel nostro scenario di analisi. Se a questo aggiungiamo gli effetti, positivi, generati dalla negoziazione effettuata dall'Aifa nonché l'effetto concorrenza generato dall'entrata in commercio di un numero maggiore di farmaci anti HCV, sembra proprio essere dimostrata una sostenibilità del sistema. Certo, alla luce dei risultati sopra esposti e dei problemi di vincolo di bilancio che attanagliano le Regioni, si rende necessario, in un'ottica di corretta programmazione sanitaria e di garanzia di accesso alle terapie ai pazienti, disegnare dei percorsi terapeutici che garantiscano un accesso equo e sostenibile ai pazienti C.
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