Medicina e ricerca
Latte materno, risorsa preziosa per i bimbi prematuri. A Varsavia un congresso internazionale per fare il punto
Il latte materno rappresenta il modo migliore per nutrire il proprio bambino nei primi mesi di vita, grazie al suo prezioso mix di sostanze nutrienti, la maggior parte delle quali non sono riproducibili artificialmente. Oltre a contenere più di 415 proteine, alcune delle quali possono contribuire a uccidere i patogeni, il latte materno contiene diversi livelli di cellule immunitarie. Con caratteristiche simili a quelle di un radar, queste cellule sono in grado di scoprire un’eventuale malattia ancor prima che si manifesti e, di conseguenza, moltiplicarsi per fungere da scudo.
In particolare, il latte materno è un alimento insostituibile per i bambini prematuri, grazie ai componenti attivi e protettivi che contiene. Anche di questo si discute nell'ambito del 10° Simposio Internazionale sull'Allattamento al Seno e la Lattazione che si apre oggi a Varsavia. Di particolare rilievo il caso di successo relativo all'alimentazione esclusiva a basa di latte umano nelle Utin, Unità di Terapia Intensiva Neonatale, dedicata specialmente ai neonati prematuri, testimoniato da Maria Wilinksa, del Medical Centre of Postgraduate Education di Varsavia, nel suo intervento “Effetto della realizzazione di un programma di alimentazione esclusivamente a base di latte umano” in una Utin che analizza la positiva introduzione del “Programma di stimolazione precoce dell'allattamento” nei centri di neonatologia in Polonia.
Sempre sull'efficacia dell'utilizzo del latte materno nelle Utin, Diane L. Spatz (University of Pennsylvania School of Nursing & the Children's Hospital of Philadelphia - CHOP), con il suo intervento “Strategie basate sull'evidenza per garantire latte umano e allattamento al seno ai bambini gravemente malati” presenta un metodo in 10 fasi specifico per bambini gravemente malati, adottato già da UTIN di tutto il mondo: un modello di assistenza replicabile che ha dimostrato di migliorare i risultati dell'allattamento al seno e dell'alimentazione con latte umano anche per i bambini gravemente malati.
Dalle Unità di Terapia Intensiva Neonatale del Canada, invece, arriva un chiaro esempio, attraverso l'intervento del prof. Shoo Lee (University of Toronto/Mount Sinai Hospital), di come il latte umano sia fondamentale nella prevenzione dell'enterocolite necrotizzante, una patologia a carico dell'apparato gastro-intestinale che può portare alla perforazione intestinale e rivelarsi mortale nel 30% dei casi: nella sua presentazione “Latte umano e prevenzione della Nec nell'Utin”, Shoo Lee passa in rassegna la letteratura sui benefici del latte umano per i neonati malati nell'Utin. La presentazione è focalizzata sui prematuri che sono a rischio di enterocolite necrotizzante, sul valore del latte umano per prevenirla e sulle strategie adottate in Canada per ridurre il tasso di Nec di oltre il 50% negli ultimi tre anni.
Uno dei focus del Simposio si concentra sulla composizione specifica del latte umano: in particolare, la presenza di ormoni come la leptina, probabile responsabile della capacità di auto-controllo dell'appetito nei bambini allattati al seno, un'autoregolazione che impedirebbe in età adulta di sviluppare sindromi metaboliche, come l'obesità. Presentata al simposio anche la ricerca, con i suoi più recenti sviluppi, relativa alla presenza di cellule staminali nel latte materno, che – sulla base di dati preliminari di alcune sperimentazioni – potrebbero in futuro essere utilizzate nella medicina rigenerativa per alcune specifiche patologie d'organo del bambino.
«Anche quest'anno sono molti gli argomenti trattati al Simposio, di estremo interesse sia per quanto riguarda l'aspetto della ricerca che per quanto concerne l'applicazione pratica», ha affermato Guido Moro, presidente dell'Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (Aiblud) Onlus e Past President dell'European Milk Bank Association (Emba), aggiungendo a proposito del latte materno: «Numerosi studi hanno chiaramente dimostrato che l'alimento ideale per i neonati prematuri è il latte fresco della propria mamma, assunto direttamente al seno o somministrato con sonda, bicchierino o biberon quando il neonato prematuro non è in grado di attaccarsi al seno. I vantaggi a breve termine comprendono una migliore digeribilità e una migliore tolleranza del latte di donna nei confronti del latte artificiale, con un più rapido incremento ponderale e conseguente riduzione dei tempi di degenza in Terapia Intensiva, la riduzione delle infezioni neonatali e, quello sicuramente più importante, la protezione nei confronti della enterocolite necrotizzante. I principali vantaggi a lungo termine del latte di donna sono rappresentati dalla riduzione delle forme gravi di retinopatia della prematurità, dai migliori esiti neurocomportamentali durante la prima infanzia e l'adolescenza, e dalla più bassa incidenza di sindrome metabolica».
© RIPRODUZIONE RISERVATA