Lavoro e professione
Nursing Up: in arrivo migliaia di infermieri indiani ma il piano assunzioni interno slitta al 2026
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“Anziché investire nei nostri professionisti, si cerca di tamponare la situazione con un accordo bilaterale per favorire l’ingresso di migliaia di infermieri dall’India, mentre ci sono migliaia di infermieri italiani sparsi per il mondo, che non aspettano altro che rientrare, se trattati dignitosamente”. Così in una nota Antonio De Palma, presidente del Nursing Up, Sindacato Nazionale degli Infermieri, a proposito delle dichiarazioni del ministro della Salute, Orazio Schillaci, sul reclutamento di 10mila infermieri indiani per coprire gli organici. Sollecitando la necessità di “ripensare alle priorità e di investire nelle nostre risorse e nel nostro sistema sanitario, prima che la professione infermieristica diventi solo uno sbiadito ricordo”, De Palma sottolinea che “non è colpa di una mancanza di talenti o vocazioni, ma delle condizioni precarie in cui siamo costretti a lavorare, della scarsa valorizzazione professionale e dei salari inadeguati - continua -. È per questo che i giovani scelgono altre carriere. Ma il ministro cosa fa? Annuncia la firma un accordo bilaterale con l’India per tappare temporaneamente i buchi, che di questo passo rischiano di trasformarsi in ’voragini senza fondo’, senza preoccuparsi del fatto che il problema in Italia è una carenza strutturale di infermieri, dovuta a trattamenti economico contrattuali che li relega al terz’ultimo posto in Europa”.
De Palma evidenzia anche alcune perplessità sulle recenti dichiarazioni del ministro: “Schillaci afferma che c’è bisogno di infermieri stranieri, e specifica che la carenza è globale e che tutti i Paesi europei si trovano nella nostra stessa situazione - spiega - Però, poi, aggiunge che noi siamo i primi a fare un accordo di questo tipo. E questo che cosa significa? Per noi è chiaro: che nessun altro Paese ha ritenuto opportuno ricorrere a una soluzione così drastica, che rischia di impattare sulla struttura stessa dell’assistenza infermieristica, e di mettere a repentaglio, per lungo tempo, la qualità dell’assistenza verso i cittadini”.
De Palma conclude con una riflessione rivolta direttamente al ministro Schillaci: “ha provato a immaginare come reagirebbero la comunità scientifica e quella universitaria dei medici italiani, se un provvedimento simile venisse preso per loro? Se Lei decidesse di risolvere la carenza di medici specialisti con un accordo bilaterale con Paesi extraeuropei, senza provare prima a ridare attrattività alla professione, lavorando sul reale riconoscimento degli interessati? Noi siamo certi che la risposta sarebbe unanime e che si farebbe di tutto per bloccare una simile soluzione”.
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