Lavoro e professione

La sfida della simulazione per la formazione dei futuri chirurghi

di Pierpaolo Sileri *

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24 Esclusivo per Sanità24

Da alcuni anni stiamo assistendo a una progressiva contrazione del numero di posti coperti in diverse scuole di specializzazione, con un’assegnazione che, nel 2023, è repentinamente scesa al 64,7 per cento. Alcune di queste scuole detengono un triste primato, come ad esempio la medicina d’urgenza, l’anatomia patologica, la microbiologia e virologia, la radioterapia, la medicina delle comunità, con alcune di esse che rimangono sprovviste di iscrizioni.
Trend che, se rimanesse costante, genererebbe inefficienza nell’erogazione delle prestazioni nel nostro Ssn, accentuandone le disomogeneità.
Tra le specializzazioni si osserva una preoccupante e crescente riduzione delle iscrizioni anche in Chirurgia Generale, specializzazione storicamente molto ambita e attrattiva, anche per i molteplici sbocchi professionali. Attrattività che tra l’altro era sufficientemente omogenea su tutto il territorio nazionale.
Ed è da qui che dovremmo partire per tornare a rendere più attrattiva la figura del chirurgo generale, sia sul piano della professione, ma, prima ancora, su quello del percorso formativo: una formazione completa è il punto di partenza per acquisire una maggiore sicurezza sia per il/la professionista che per il paziente stesso. Questa formazione inoltre deve includere sempre di più quella tecnologia esistente e altamente innovativa.
La pratica unita alla teoria, come ripetizione di situazioni e atti. Nella mia formazione, durante i primi passi in chirurgia, sono stato abituato a sentire questa frase: “uno lo vedi, uno lo fai, uno lo insegni”. Non può e non deve essere così. Serve tanta conoscenza, accompagnata da tanta pratica. Si osserva, si esegue, si ragiona su ciò che è stato fatto e si esegue di nuovo, fino al raggiungimento di una completa autonomia. Questo iter, grazie alla simulazione avanzata, deve diventare una componente essenziale della formazione degli studenti e delle studentesse di Medicina e chirurgia e poi dei medici in formazione specialistica. Il Simulation Lab di UniSR, (Università Vita-Salute San Raffaele) persegue proprio questo scopo, perché tutte le discipline possono beneficiarne, a partire da quelle che richiedono maggiore pratica manuale.
La simulazione consente di esercitarsi in situazioni del tutto sovrapponibili alla realtà, con una crescente acquisizione di competenze, fino al raggiungimento della completa autonomia, in quella determinata procedura chirurgica, pronti per il mondo reale. La professione del chirurgo richiede da sempre una formazione accurata e completa, ma a causa delle criticità del nostro sistema sanitario, prima tra tutte la carenza di medici e liste di attesa troppo lunghe, oggi risulta difficile conciliare una formazione che sia completa e allo stesso tempo acquisita in tempi brevi. In questo senso ecco che ci viene aiuto la realtà simulata, che mima i tempi e i gesti dell’intervento chirurgico senza danni, ripetendo l’azione, correggendo la stessa fino al raggiungimento dello standard.
Per i nostri studenti e studentesse di Medicina ci avvaliamo di intelligenza artificiale, realtà aumentata e virtuale, manichini dotati di sistema cardiopolmonare, vascolare, neurologico, in grado di muovere gli arti, la testa, gli occhi, capaci di comunicare con il personale sanitario, ricreando quindi scenari reali: il trauma stradale, la sala del pronto soccorso, fino alla terapia intensiva. Per la chirurgia generale ci avvaliamo di simulatori di chirurgia mininvasiva, sale operatorie e strumenti esattamente uguali a quelli che si usano nella realtà. Usiamo anche i robot più evoluti per la chirurgia, simulandone l’utilizzo. Gli errori commessi rimangono nel simulatore e nella memoria del discente che quindi, una volta pronto, potrà trasferire le conoscenze acquisite nella pratica chirurgica.
Immaginiamo un intervento laparoscopico, come ad esempio la rimozione di un tumore del colon. Il futuro chirurgo, dopo aver imparato, grazie alla simulazione, le varie fasi della asportazione e ricostruzione, procederà in sicurezza alla colectomia. Tecnologie digitali, realtà aumentata, robotica nell’ambito del processo di simulazione trasformano il discente in partner nella formazione, operatore reale e responsabile, che è quindi in grado attraverso la pratica di richiamare le sue conoscenze e consolidarle. Voglio menzionare, infine, anche l’Anathomy Lab di UniSR che consente una comprensione e un’esperienza approfondita dell’anatomia umana, con un potenziale formativo unico per la chirurgia generale e per tutte le specializzazioni, grazie alla pratica diretta su corpi umani donati alla scienza.

* Prorettore alla Didattica dell’Università Vita-Salute San Raffaele


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