Lavoro e professione
Anelli (Fnomceo): auguri ai giovani per i test di Medicina, calcolare i fabbisogni sui prossimi 10 anni
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Sono 71.508 i candidati che da martedì 28 maggio tenteranno il test di accesso a Medicina e Odontoiatria e il giorno seguente quello di Veterinaria. I posti a disposizione sono oltre 20.867 a fronte di oltre 67mila partecipanti. Lo scorso anno erano 19.636. “Auguri a tutti i giovani che, domani, tenteranno il test per l’accesso a Medicina. Quelli di quest’anno potrebbero essere gli ultimi test così come li conosciamo, nell’attesa della riforma”. Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, alla vigilia della prima prova per l’accesso a Medicina.
“Apprezziamo le precisazioni del ministro Bernini–afferma Anelli–che ha spiegato di voler aumentare i posti evitando la pletora medica e nel rispetto dei fabbisogni. Siamo tuttavia preoccupati della realizzabilità di questi intenti. Ci vogliono dieci anni, infatti, per diventare un medico che possa lavorare nel Serviziosanitario nazionale, che abbia conseguito, cioè, non solo la laurea ma anche la specializzazione o la qualifica di medico di medicina generale. È quindi da qui a dieci anni che vanno calcolati i fabbisogni. Ebbene, nel 2034 arriveranno oltre 20mila nuovi specialisti e medici di medicina generale; ma saranno soltanto 7.189 i colleghi che andranno in pensione. Considerando le proiezioni sui pensionamenti e gli aumenti degli accessi negli ultimi anni, sarà molto difficile evitare una nuova pletora medica, a meno di non rivedere i modelli organizzativi, come il numero di medici per posto letto o i massimali per la medicina generale, oggi aumentati oltre i limiti per la carenza di queste figure”.
“Inoltre, dobbiamo evitare che i medici così formati, a carico dello Stato–precisa ancora Anelli–abbandonino il Servizio sanitario nazionale, verso il privato o verso l’estero. Sono quasi 40mila i medici che, in cinque anni, hanno lasciato l’Italia in cerca di condizioni di lavoro e retribuzioni migliori”.
“Per evitare questo-avverte Anelli–stiamo lavorando su due fronti: insieme al Ministero dell’Università, a una riforma dell’accesso che veda il superamento dei quiz a favore dello studio di materie inerenti a quello che sarà poi il percorso di formazione. Una riforma che mantenga, nel contempo, una corretta programmazione, per permettere a tutti i futuri medici di specializzarsi, prima, e di trovare un’occupazione adeguata, poi; evitando dunque un nuovo imbuto formativo e una nuova pletora medica. E, insieme al Ministero della Salute, per una valorizzazione della Professione del Medico, in ospedale, come sul territorio, che preveda retribuzioni ma ancor prima condizioni di lavoro adeguate. Per un rilancio del nostro Servizio sanitario nazionale è infatti necessario puntare sui professionisti, che garantiscono la salute dei cittadini, fermando quell’emorragia di medici che sta dissanguando il nostro SSN a favore soprattutto dei paesi esteri. Perciò ringraziamo il Ministro Schillaci per la disponibilità, l’ascolto, e gli investimenti che ha posto e continuerà a porre in essere per valorizzare i professionisti”.
“Ai giovani che domani tenteranno il test-conclude Anelli–vorrei ricordare il claim dell’ultima campagna di comunicazione della Fnomceo: ‘Fare il medico è più di una professione, è una passione’. È questo che auguriamo e che ci aspettiamo dai tanti giovani che quest’anno –forse per l’ultima volta –tenteranno il test per l’accesso a Medicina: la passione, che li porterà, più che a “fare” il medico, ad “essere” medico, per tutta la loro vita. Ad esserlo, esercitando la professione nelle sue diverse declinazioni: il medico ospedaliero, il medico di medicina generale, lo specialista ambulatoriale, la guardia medica, il medico libero professionista, lo specialista convenzionato, il medico delle struttureprivate, dell’emergenza urgenza territoriale e ospedaliera, delle RSA, il medico penitenziario, il medico legale, il medico competente, il medico fiscale, l’odontoiatra. E ad esserlo nella vita privata, come prescrive il nostro Giuramento, in cui promettiamo solennemente di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione”.
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