Lavoro e professione

Manovra/ Sciopero del 18 dicembre, Vergallo (Aaroi-Emac): «Sono 25mila gli interventi saltati, agire su tetti di spesa, gettonisti e Ccnl». Poi: Salute ostaggio del Mef

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

«Nove sale operatorie su dieci per interventi d'elezione cioè programmati, oggi sono ferme. Per una cifra pari a circa 25mila interventi saltati, considerando che se incrocia le braccia un anestesista questo comporta il blocco di una équipe tra medici, infermieri e ausiliari di otto persone. Un "fermo" mai visto, ma necessario davanti a una legge di bilancio che continua a sotto-finanziare il Ssn e prosegue con la tradizione di un ministro della Salute consapevole dei problemi ma ostaggio del Mef'. Così Alessandro Vergallo, segretario nazionale dell'Aaroi-Emac, sindacato nazionale degli anestesisti rianimatori che dalla mezzanotte del 18 dicembre ha indetto uno sciopero di 24 ore insieme alle sigle rappresentative di medici, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari Fassid, veterinari Fvm e Cisl Medici. Per bloccare tutte le prestazioni funzionali - e quindi indispensabili alle altre prestazioni ospedaliere e territoriali - comprese quelle della filiera alimentare. Quindi, blocco delle prestazioni di radiologia diagnostica, interventistica e ambulatoriale, della diagnostica di laboratorio, delle prestazioni psicologiche nei consultori, nelle neuropsichiatrie infantili, nei centri di salute mentale, delle prestazioni farmaceutiche in ospedale e sul territorio, dei servizi di igiene e sanità pubblica, blocco dei mercati di import export di derrate alimentari, macellazioni, forniture di carni e prodotti ittici, aumento dei tempi di attesa nei pronto soccorso per tutti i codici minori differibili. Uno sciopero che, avvisano i promotori, "rappresenta solo l’ultima data delle tante proteste e della mobilitazione che da mesi va avanti e che, in mancanza di segnali chiari, proseguirà nel 2024".
Indice puntato contro la manovra tra sotto finanziamento e articolo 33
. Focus della protesta, l'insufficiente finanziamento della sanità pubblica e l'articolo 33 sulle pensioni che «pur avendo il Governo introdotto dei correttivi per i medici -prosegue Vergallo - continua a penalizzare il pensionamento anticipato rendendo sostanzialmente impossibile per la nostra categoria che pure è soggetta a burnout accedervi, con un "assegno" che potrebbe arrivare al di sotto dei 2.900 euro lordi mensili».
Gettonisti: le ricette possibili. Secondo grande tema della protesta, la fuga degli operatori sanitari dal Servizio sanitario nazionale con il parallelo ricorso alle cooperative di "gettonisti". «Oggi con le cooperative siamo al mercato nero del medico nel Ssn - attacca ancora Vergallo -: escono e poi rientrano nella sanità pubblica tramite la cooperativa che trattiene loro il 20% dello stipendio, con buona pace delle tasse pagate dai cittadini. Per recuperare personale nell'ambito del Ssn - continua - bisognerebbe agire su tre fronti: oltre a eliminare il tetto alla spesa sul personale, provvedimento che nessuno Governo fino a oggi ha assunto e che oggi è misura ormai non più sufficiente perché la sanità pubblica ha perso troppo in attrattività, si dovrebbe seguire un modello analogo a quello appena introdotto da Regione Lombardia con un progressivo stop alle cooperative di gettonisti. Prevedendo, alla scadenza dell'accordo, l'arruolamento diretto del medico come libero professionista nelle more di poterlo integrare nell'organico. Infine, si dovrebbe introdurre nel prossimo Ccnl l'assegnazione di un valore ai titoli di esperienze lavorative pregresse».


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