Lavoro e professione

In un Manifesto il nuovo profilo dei primari di oncologia medica ospedaliera

di Luisa Fioretto *

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Nel 2022 ci sono state 390.700 nuove diagnosi di tumore, oltre 1.000 nuove diagnosi al giorno, gli screening ed i nuovi trattamenti hanno determinato un aumento della sopravvivenza con un calo di mortalità del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne. A 5 anni dalla diagnosi si registra nel nostro Paese un tasso di sopravvivenza del 63%, peraltro superiore alla media europea. generando un dato di prevalenza di oltre 3,6 milioni di persone che convivono con trattamenti e/o controlli e di cui oltre il 60% sono anziani.
Questa progressiva cronicizzazione della malattia oncologica, la concomitanza di altre patologie, la possibilità di prescrizione di nuovi farmaci anche in fasce di età più avanzata, porta a confrontarci con un nuovo profilo del paziente oncologico che richiede interventi coordinati multispecialistici e interprofessionali, che comprendono diagnosi, trattamenti attivi e di supporto, attenzione ad aspetti psicosociali e riabilitativi, gestione del follow up, delle tossicità tardive, del fine vita e del diritto all’oblio. Un approccio di cura globale che si realizza soltanto grazie a una rete unitaria di assistenza dentro e sempre più spesso fuori l’ospedale, in continuità con il territorio.
Gli alti costi unitari dei farmaci oncologici e la gestione della dirompente innovazione cui stiamo assistendo richiedono una nuova governance in grado di accogliere e valorizzare le reali innovazioni, garantirne la sostenibilità e soprattutto, che non si generi paradossalmente, un incremento delle disuguaglianze. Per questo l’oncologia è uno dei banchi di prova per la tenuta del nostro Ssn, ponendo a volte agli stessi professionisti dilemmi etici e la richiesta di più chiari indirizzi da parte delle Istituzioni governative.
Sulla base di tali presupposti, il Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo) nell’ambito del direttivo 2021/2023, attraverso un gruppo di lavoro ha definito ed espresso in un "Manifesto per il profilo del Primario oncologo medico ospedaliero oggi" cinque temi oggi rilevanti per l'oncologia italiana: 1) Quadro epidemiologico, 2) Nuovo profilo del paziente e dell'approccio di cura, 3) Lavoro in rete dentro e fuori l'ospedale, 4) "Distruptive innovation" in oncologia, 5) Verso l'insostenibilità del sistema.
La gestione dei 5 temi del Manifesto richiede una necessaria evoluzione delle capacità del primario oncologo medico ospedaliero che, in qualità di gestore di risorse e processi di cura, deve poter sviluppare nuove capacità di pensare ed operare per processi, di proiettarsi oltre i confini della propria struttura, farsi parte attiva anche nella prevenzione e nell’adesione agli screening, nel costruire ponti con le altre specialità, esercitando il ruolo di governo clinico unitario di percorsi di cura differenziati sia nella rete ospedaliera che nella continuità ospedale-territorio; nell’attenzione all’appropriatezza e sostenibilità dei percorsi oncologici sia in termini di prestazioni diagnostico/terapeutiche che di corretto utilizzo dei differenti setting assistenziali (degenza ordinaria, day-hospital, day-service, ambulatorio, strutture territoriali, domicilio).
In questo contesto i primari di oncologia medica ospedaliera, dovranno svolgere un ruolo centrale nell’implementare una ricerca clinica diffusa, che ponga particolare attenzione all’integrazione con la pratica assistenziale, favorendo l’accesso ai farmaci innovativi; una ricerca non solo farmacologica ma anche organizzativa, mai disgiunta dall'attenzione alla persona malata e alla famiglia, con lo sviluppo di soluzioni innovative; una ricerca che porti una ricaduta sulla pratica clinica e sulla organizzazione dei servizi. Una ricerca che sia "utile" nel significato più alto del termine, cioè indirizzata a risolvere problemi rilevanti per i pazienti e i loro familiari, favorendo il rinnovamento del Ssn.
Il Manifesto, diffuso nell’ambito della comunità oncologica del Collegio, nonché presso gli ambiti istituzionali con un richiamo all’attenzione nelle programmazioni nazionali e regionali. è soltanto il primo passo di un processo di evoluzione che necessariamente vedrà la riconfigurazione dei punti nodali del profilo organizzativo della stessa struttura di oncologia medica ospedaliera, al fine di garantire la costruzione di una offerta sanitaria oncologica al passo con una domanda sempre più complessa.

* Presidente Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo)
Direttore Dipartimento Oncologico e Soc Oncologia medica, Azienda Usl Toscana Centro
(
Il Gruppo di Lavoro Consiglio direttivo Cipomo 2021/2023: Luisa Fioretto, Monica Giordano, Graziella Pinotti, R. Rita Silva)


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