Lavoro e professione

Contratto medici, si tratta per chiudere. Quici e Di Silverio: «Fiduciosi». Ultime limature sull'orario di lavoro. E con la Nadef arriva la schiarita sul prossimo Ccnl quotato tra i 2 e i 2,7 miliardi

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

«Abbiamo sancito il principio più importante: il riconoscimento dell'esigibilità delle ore fatte in più da ogni collega. Cioè tutte le ore che vanno al di là delle 34 ore di assistenza devono essere riconosciute, o attraverso il riposo oppure attraverso la retribuzione. Ciò detto, la coperta è corta perché ci muoviamo nell'ambito stretto delle risorse messe sul piatto per questo contratto in epoca pre Covid e non possiamo andare oltre, pena la bacchettata successiva della Corte dei conti». Così Guido Quici, presidente della Cimo-Fesmed, si appresta a vivere quella che dovrebbe essere la giornata di chiusura del Ccnl 2019-2021 per il contratto della dirigenza medica e sanitaria. Che vale circa 618 milioni e che porterà nelle tasche dei camici bianchi 260 euro lorde pro capite e che soprattutto centra la conquista importante dello "stop" al lavoro regalato, su cui Anaao Assomed e Cimo-Fesmed hanno finalmente fatto squadra in questa tornata. «Ogni giorno da oggi può essere quello buone per chiudere - conferma il segretario Anaao Assomed Pierino di Silverio -. Siamo vicinissimi alla soluzioni sia sull'orario di lavoro sia sugli altri nodi come guardie, reperibilità, condizioni di lavoro. Si sta sbloccando il criterio su cui da sempre abbiamo mostrato fermezza: se faccio ore in più devi consentirmi di recuperarle e se mi chiedi dell'orario aggiuntivo devi pagarmelo bene. Stiamo ragionando su diverse ipotesi». Si tratta ancora anche sulla probabile "franchigia" da concordare con le Regioni: «Nello specifico tecnico ci sono alcune ipotesi al vaglio, vediamo quale passa oggi», spiegano i sindacalisti. In ogni caso il riposo andrà recuperato entro i sei mesi successivi o al massimo entro l'anno, ma la cosa importante è che "va sempre preservato" e che, avvisano Quici e Di Silverio, «le ore lavorate non possono essere regalate» come prevedeva fino a oggi l'articolo 15 del Dlgs 502 del 1992 secondo cui «le ore in più se non le recuperavi le perdevi e quindi le regalavi».
«La trattativa da fare è su tutto ciò che va al di là delle ore definite attraverso la retribuzione di risultato - aggiunge Quici - sia in termini di ore sia in chiave economica, ma l'ideale per noi sarebbe non quantificare né ore né parte economica: è opportuno che ogni azienda le tari sulla base delle proprie esigenza». Questo è uno dei nodi che restano da sciogliere con le Regioni, che davanti al vincolo del tetto di spesa per il personale avrebbero preferito un accordo "flat", spiegano i sindacati, che arrivasse a 180 ore per medico a prescindere dal fabbisogno di ciascuna.
Passi avanti sostanziali anche sul fronte della tutela legale: d'ora in poi in caso di avviso di garanzia il medico potrà scegliere il proprio avvocato di fiducia, sempre previa autorizzazione dell'azienda, ma in caso di vittoria nella causa sarà rimborsato (oggi il ristoro non è previsto in nessun caso). Inoltre, un eventuale "no" dell'azienda alla scelta dell'avvocato da parte del medico andrà sempre motivato.
La schiarita della Nadef. Com'è naturale nella Nota di aggiornamento al Def appena presentata dal Governo non c'è un quantum, ma una promessa che mette il vento in poppa anche alla chiusura di questo Ccnl 2019-2021 scaduto da tempo: è l'attenzioni sui prossimi rinnovi contrattuali nella Pa con particolare rilievo assegnato alla Sanità. «Siamo fiduciosi di poter partire subito con il nuovo contratto, per cui servirebbero tra i 2 e i 2,7 miliardi», dichiara Di Silverio. Che resta invece "freddo" sul ragionamento da inserire in manovra di defiscalizzare gli straordinari: «Ciò che c'è da defiscalizzare è il lavoro ordinario: è questo il segnale che attendiamo rispetto al nostro impegno di tutti i giorni».


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