Lavoro e professione
Violenza sugli operatori sanitari, perché l'utilità del posto di polizia resta limitata
di Stefano Simonetti
24 Esclusivo per Sanità24
Più volte ho scritto riguardo alla inarrestabile problematica delle violenze nei confronti del personale sanitario. Gli episodi si susseguono di continuo e sembra davvero che le norme legislative adottate negli ultimi tre anni siano state piuttosto inutili. Nei giorni di Ferragosto una vicenda emblematica è accaduta a Pisa perché riguarda l’ospedale Santa Chiara, lo stesso in cui operava la psichiatra Barbara Capovani aggredita e uccisa a sprangate nello scorso mese di aprile. Il fatto è avvenuto sabato 12 agosto, protagonista un paziente del reparto di psichiatria per il quale i sanitari sono stati costretti a chiedere l'intervento della polizia. È dovuta accorrere una pattuglia della squadra volanti della Questura e, alla vista degli agenti, il giovane paziente in questione ha tentato di fuggire. I poliziotti hanno collaborato con i sanitari nel tranquillizzare il soggetto e nel farlo sottoporre agli esami clinici di rito. Altri due episodi simili erano avvenuti a giugno, sempre nello stesso reparto. Sono episodi come decine di altri che accadono quotidianamente ma consentono di fare una riflessione sugli strumenti di prevenzione messi in atto dal Governo. Su questo sito avevo commentato le norme adottate con la legge 56/2023 e concludevo che con l’art. 16 "si attua un effetto annuncio di evidente propaganda ma di utilità pratica tutta da dimostrare". Successivamente, il 4 agosto è stato inaugurato a Roma, accanto al Pronto soccorso dell'ospedale San Camillo-Forlanini, il nuovo posto di polizia attivo 24 ore su 24. A tagliare il nastro era addirittura il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi insieme al Presidente della Regione Lazio. Secondo i dati forniti, salgono così 6 i posti di polizia operativi h24 in altrettanti ospedali romani mentre, negli ultimi 9 mesi, sono passati da 126 a 189 su tutto il territorio nazionale i poli ospedalieri con posti di polizia, con un aumento di oltre il 50% e l'estensione quasi ovunque dell'orario di servizio dalle 8 alle 20, oltre ai casi di operatività h24, presenti anche in altre città italiane. Tuttavia, proprio alla luce della statistica riportata dal ministro, resta dimostrato che il richiamato art. 16 praticamente non serviva, in quanto la norma è in vigore dal 31 marzo e molti dei posti di polizia erano già stati aperti/riaperti prima di tale data (si ricordano, fra i tanti, quelli di Massa, Nuoro, Lodi, Empoli, Prato, Enna, Terni, Chieti, La Spezia).
Tornando alla utilità sul campo di queste iniziative, non si può non osservare come per l’episodio avvenuto a Pisa a Ferragosto i sanitari hanno comunque dovuto chiamare una Volante e in un ospedale come il S. Chiara probabilmente il posto di polizia non ci sarà mai. Questo è un altro aspetto della criticità di cui parlavo. Nei progetti governativi si è sempre parlato di grandi poli ospedalieri e lo stesso art. 16 precisa "in considerazione del bacino di utenza". In Italia esistono 1.052 ospedali ed è ovviamente impensabile che in tutti venga attivato il posto di polizia. Ma se viene aperto nei grandi ospedali la sua operatività resta discutibile anche per ragioni meramente logistiche. Faccio un esempio. In complessi ospedalieri enormi con superficie di quasi mezzo chilometro quadrato, tra la chiamata del poliziotto di turno e il suo arrivo in reparto possono passare molti minuti, vanificando la flagranza nonchè il pericolo immediato e l’intervento serve, al massimo, a verbalizzare l’accaduto. Si pensi ai 377.000 mq di Careggi o ai 322.000 del Niguarda; oppure, come vastità, alla particolare struttura della Aou Policlinico Umberto I di Roma, costruito a fine Novecento, che rimane tutt'oggi il più grande ospedale d'Europa ed è costituito da "padiglioni" dislocati su 300.000 mq. distribuiti in 54 edifici: chi può pensare che negli ospedali citati – come, peraltro, al San Martino, al Cardarelli, al Molinette, al Sant’Orsola, a Cisanello, allo stesso San Camillo, tutti con più di 20 ettari di superficie – possa essere sufficiente "il" posto di polizia, quando per coprire la loro estensione ci vorrebbe l’esercito (e qualcuno lo aveva anche suggerito)?
Inoltre tutte le considerazioni fatte valgono per i presidi ospedalieri in senso stretto ma circa il 25% degli episodi di violenza avviene nelle strutture territoriali – spesso isolate -, negli ambulatori dei Mmg o al domicilio del soggetto; senza contare le numerose aggressioni contro i veterinari. Con questo non voglio dire che il posto di polizia sia del tutto inutile, ma esaltare l’operazione – che tra l’altro, per legge, deve essere a costo zero - senza ulteriori e ben più importanti interventi significa lasciare le cose più o meno come stanno e lanciare solo facili annunci. Senza contare che un ulteriore aspetto da approfondire sono le regole di ingaggio perché molte volte in passato gli operatori e i sindacati hanno lamentato la funzione meramente burocratica del poliziotto di servizio; e la questione delle regole di ingaggio è di fondamentale importanza come hanno dimostrato le vicende connesse alla "Operazione Strade sicure" in cui è stato utilizzato l’esercito.
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