Lavoro e professione

Dl enti/ Anelli (Fnomceo), dalla conversione in legge una boccata ossigeno contro la carenza di medici. Ora le Regioni pubblichino i bandi per la Medicina generale

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«IlDl Enti pubblici , convertito ora in legge, porta una boccata di ossigeno nel contesto della grave carenza di specialisti e medici di medicina generale che affligge il nostro Servizio sanitario nazionale: ringraziamo pertanto, per la sensibilità e l’impegno, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il sottosegretario per la Salute Marcello Gemmato, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Governo tutto e i parlamentari della maggioranza che, come l’Onorevole Marta Schifone, insieme agli Onorevoli Paolo Emilio Russo e Alberto Luigi Gusmeroli, hanno proposto emendamenti mirati, che permetteranno di migliorare l’assistenza ai cittadini». Lo dichiara Filippo Anelli, Presidente della Fnomceo, che accoglie con favore la conversione in legge del Dl Enti pubblici che, nel testo definitivo approvato il 28 giugno dal Senato, contiene provvedimenti volti a tamponare la carenza di medici. «Mi riferisco, in particolare – precisa Anelli – alla possibilità per gli specializzandi, già a partire dal secondo anno di corso, di partecipare ai concorsi pubblici. L’assunzione sarà poi perfezionata nel momento in cui acquisiranno il titolo. Questo permetterà, da un lato, ai giovani medici di acquisire esperienza negli ospedali di riferimento; dall’altro, di sopperire alle carenze di organico, mettendo a disposizione del Servizio sanitario nazionale, sin da ora, 60mila medici. Bene anche l’emendamento – continua - che ha esteso il numero di assistiti in capo ai medici di medicina generale che esercitino anche come guardie mediche, portandolo da 850 a 1.000. Questo consentirà a circa un milione e mezzo di cittadini, oggi scoperti, di avere un proprio medico di famiglia.
«Ora – conclude Anelli – chiediamo alle Regioni un ulteriore sforzo: innanzitutto, sollecitiamo la pubblicazione per i bandi per la formazione dei nuovi medici di medicina generale. E auspichiamo che sia estesa, su tutto il territorio nazionale, così come già avviene in alcune Regioni, la possibilità di avere assistiti per i corsisti del primo anno. Inoltre, per tutti i medici, sosteniamo la richiesta dei sindacati di un incremento degli emolumenti, per rendere attrattiva la carriera nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, evitando gli abbandoni e le fughe dei giovani verso l’estero o il privato».


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