Lavoro e professione
Giornata del personale sanitario/ Fnomceo: 379 medici deceduti per Covid,metà sul territorio
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"Sono stati 379 i medici deceduti per Covid-19 durante la pandemia. In particolare, nei primi mesi di pandemia, circa 60-80 medici morivano ogni mese. Con l'inizio delle vaccinazioni i decessi si sono ridotti, azzerando la mortalità grazie ai vaccini che sono stati per noi la svolta. Metà delle morti sono state sul territorio, dove i medici di famiglia erano soli senza dispositivi di protezione e con mille difficoltà". Lo ha detto Filippo Anelli, presidente della federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), a margine delle Celebrazioni per la giornata nazionale degli operatori sanitari in corso a Roma. I medici hanno pagato lo scotto maggiore sia per l'età media più avanzata rispetto ad altri operatori sanitari sia perché, ha ricordato, "sono loro che mettono le mani addosso ai pazienti".
Anelli ha poi ricordato le difficoltà del Servizio sanitario nazionale. "In questi ultimi 4 anni - ha detto - siamo passati da 114 miliardi a 128 miliardi per il finanziamento del Ssn. L'anno scorso abbiamo chiuso con la relazione della Corte dei conti che registrava che la sanità delle Regioni ha spesso 5 miliardi in più. Quest'anno la previsione sarà più alta. Il problema è serissimo, senza risorse il Ssn chiude i battenti per fallimento".
Dunque, bisogna investire. "Il Governo Draghi- ha aggiunto - 15 miliardi di Piano nazionale di ripresa e resilienza per la sanità, ma sono andate alle infrastrutture. Mentre si dovrebbe intervenire sui professionisti della salute, sui medici che vanno via per due ragioni: il prepensionamento dei medici e i gettonisti". All'allarme per ospedali si aggiunge quello per le Case di comunità che dovrebbero nascere con il Pnrr Salute: "Senza personale è difficile che apriranno", ribadisce Anelli. "I medici si dimettono dall'ospedale perché il carico di lavoro è enorme - ha sottolineato - Il mercato regola invece chi lavora a gettone. Il turno a un collega gettonista viene pagato 1.000 euro e anche 1.500 per alcune specializzazioni. Di fronte ai problemi del Ssn, i colleghi scelgono la qualità della vita e di lavorare a gettone. Ma non può essere così. Si perde il rapporto di fiducia e continuità che è stato l'architrave del record italiano di aspettativa di vita, secondo solo al Giappone".
"Noi chiediamo oggi di fare un cambio di passo: non serve finanziare beni e servizi, ma le professioni - pha concluso Anelli - Servono infermieri, ostetriche, fisioterapisti. Senza di loro, come si cureranno gli italiani?"
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