Lavoro e professione

Medicina, al via il test d’ingresso: 65mila candidati in corsa per 15mila posti ma dal 2023 si cambia

di Marzio Bartoloni (da Il Sole-24Ore)

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24 Esclusivo per Sanità24

Sono oltre 65mila gli aspiranti camici bianchi che oggi, martedì 6 settembre, affronteranno il test di ingresso alla facoltà di medicina. Si tratta dell’ultimo atto per il «concorsone» a colpi di quiz che i detrattori definiscono da tempo una lotteria. Il prossimo anno però si cambia: dal 2023 ci saranno percorsi di selezione che possono iniziare dal quarto anno delle scuole superiori, con prove di autovalutazione e test che potranno essere ripetuti. Ma altre novità, anche più importanti, potrebbero essere dietro l’angolo visto che alcuni partiti - tra tutti Lega e Fratelli d’Italia - sono per il superamento definitivo del numero chiuso e visto che al momento i sondaggi li danno in testa per il futuro Governo non si può escludere che l’accesso a Medicina diventi libero anche se con alcuni accorgimenti (selezione al primo anno), come nel modello francese. Un’ipotesi che però l’Ordine dei medici boccia perché dopo anni di grave carenza di camici bianchi il «liberi tutti», con l’abolizione del numero chiuso, potrebbe tradursi in una bolla di laureati e quindi una pletora di medici.
La carica dei 65mila
Intanto a contendersi i 16.070 posti - 14.740 per medicina e 1.330 per odontoiatria - sono 65.378 studenti. La possibilità di superare il muro è di 1 a 4. I posti disponibili sono stati aumentati (700 in più) rispetto allo scorso anno quando, per la facoltà di medicina, erano 14.020 a cui si aggiungevano i 1.136 riservati ai candidati dei Paesi extraeuropei, residenti all’estero. I candidati dovranno rispondere a 60 domande in 100 minuti. Nello specifico il test sarà composto da 4 quesiti sulle competenze di lettura, 5 di ragionamento logico, 23 domande di biologia, 15 di chimica e 13 di fisica e matematica. Più domande di biologia, chimica, fisica e matematica e meno di logica e cultura generale, così come stabilito dal decreto, firmato a fine giugno dalla ministra Maria Cristina Messa.
Lo stesso decreto prevede anche le nuove modalità per la selezione dei posti a Medicina. L’idea è di avviare un percorso di selezione in tappe. I ragazzi potranno scegliere il punteggio migliore per essere inseriti nella graduatoria. Gli studenti potranno ripetere il test fino a quattro volte. L’ingresso sarà così subordinato al superamento dei «Tolc», un acronimo che sta per «Test online Cisia». Il Cisia è un consorzio interuniversitario Sistemi integrati per l'accesso, che include 56 atenei.
L’incognita delle elezioni
Fin qui i possibili «ritocchi» al test di ingresso a Medicina. Perché se l’esito delle urne del 25 settembre confermeranno una affermazione del centro-destra, come annunciano finora i sondaggi, potrebbe scattare anche una vera e propria rivoluzione. Il leader della Lega Matteo Salvini è tornato a ribadire la sua contrarietà al numero chiuso: «È da abolire e dare la possibilità a tutti di iscriversi, poi sarà la meritocrazia a fare andare avanti i nostri ragazzi». Nel programma della Lega si parla infatti della possibilità per tutti di iscriversi e frequentare un primo semestre comune, al termine del quale effettuare un test. Gli studenti che lo avranno superato potranno perfezionare la loro iscrizione al corso, agli altri saranno riconosciuti tutti egli esami sostenuti per altri corsi di laurea. Sulla stessa linea anche Fratelli d’italia che nel suo programma chiede il «superamento del sistema di accesso alle facoltà a numero programmato e chiuso» con l’«accesso per tutti al primo anno e selezione per il passaggio al secondo anno».
Le perplessità dell’Ordine sul "liberi tutti"
Ipotesi queste che però non convinco i diretti interessati e cioè i medici. Secondo l’Ordine le modalità di accesso possono essere riviste senza rinunciare, però, a una corretta programmazione, definendo il fabbisogno di medici e calcolando, in base a questo, gli ingressi alla facoltà e poi le corrispondenti borse di specializzazione, altrimenti si «rischia di passare della carenza all'eccesso, con il rischio di una nuova pletora medica», avverte il presidente della Fnomceo Filippo Anelli.


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