Lavoro e professione
Anaao Assomed a Speranza: le donne medico sono un pilastro del Ssn ma restano inascoltate
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"Prima che la disperazione abbia la meglio, è ora che il mondo politico e sindacale, le associazioni di curanti e curate/i, i media, inizino ad ascoltare con attenzione le donne. Non solo in omaggio ai numeri, non per far tornare i conti, ma per ritrovare la salute, i suoi tempi, i suoi luoghi, e una visione per cui soffrire e morire per curare non sia più un destino". Con queste parole le donne di Anaao Assomed lanciano un appello al ministro della Salute Roberto Speranza, al quale indirizzano una lettera aperta in occasione della loro IV Conferenza nazionale in corso oggi a Roma.
"Un Servizio sanitario nazionale che si regge per due terzi sul lavoro delle donne - scrivono le rappresentanti del sindacato della dirigenza Ssn - ha nei suoi obiettivi ben più che una possibile migliore conciliazione, fatta di asili nido e altri strumenti su cui peraltro tutte le donne dovrebbero poter contare. Anche se i vertici raffigurano una sanità tutta maschile, le professioniste che assicurano il funzionamento del nostro sistema di cure ne hanno già ereditato nei numeri la gestione per il futuro. Nelle corsie e nei reparti sono donne sempre più giovani che garantiscono, tutte le notti e tutti i giorni dell'anno, le migliori cure possibili. Ma a fronte di ottimi esiti, frutto di elevate competenze professionali, trovano ostacolo in una organizzazione lontana dalle proprie necessità e nelle pessime condizioni imposte al proprio lavoro".
"La storia degli ultimi anni, con la disastrosa performance mostrata durante i 3 anni della pandemia - proseguono le donne Anaao - sono confermati sul campo anche dalla survey condotta dal sindacato, da cui emerge una bocciatura su tutta la linea dell'attuale management. Per cui stupisce come, in condizioni di diffusa sofferenza sul lavoro per carenza di personale e super lavoro, si parli di efficienza e ottimizzazione come se nulla fosse successo, mentre non si è in grado di trovare soluzioni organizzative se non quella di schiavizzare ancor più chi lavora. Stupisce altresì che si continui a parlare di leadership femminile in sanità - incalzano le firmatarie della lettera a Speranza - e ci si chiede a quale sanità si pensi apparecchiando tavoli allo scopo di favorire le carriere femminili in aziende sempre più simili ad altrettanti Titanic".
"Con questa Conferenza - concludono le donne Anaao - sosteniamo fortemente che la sanità deve essere al centro della politica, perché un Paese che non gode di buona salute non può crescere. Per questo c'è bisogno di una politica alta, dotata di uno sguardo lungimirante, capace di guardare con attenzione alle proposte delle donne che, tradizionalmente lontane dal 'potere', hanno uno sguardo più lucido, meno compromesso riguardo a ciò che non funziona nella sua organizzazione, i cui esiti dovrebbero essere peraltro valutati. Dopo 3 anni vissuti pericolosamente, oggi presentiamo le tappe e i risultati del lavoro delle dirigenti mediche e sanitarie dell'Area Formazione femminile del più rappresentativo sindacato della dirigenza del Ssn", e la richiesta è di essere finalmente ascoltate.
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