Lavoro e professione
Emergenza-urgenza: siglata la Carta di Riva per un'assistenza efficace e omogenea su tutto il territorio
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In 13 punti, ritenuti “imprescindibili per il cambiamento del Sistema”, tutte le realtà dell’Emergenza Urgenza hanno voluto riassumere i passi necessari che la politica deve compiere se non vuole fallire l’obiettivo di avere un unico ed efficiente sistema emergenza, omogeneo su tutto il territorio nazionale.
La Carta è stata firmata ieri sera, al termine della prima densissima giornata del Congresso nazionale Emergenza Urgenza che ha visto tutte le realtà dell’emergenza dialogare con i rappresentanti delle istituzioni: in apertura il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, e l’assessore Raffaele Donini, coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. "Ci sono disparità territoriali - ribadisce Gelmini in collegamento da Roma -. Sulla sanità, grazie al Pnrr, verranno investiti 15,6 miliardi di euro: soldi da utilizzare per rafforzare e rimodernare la sanità italiana". Un sistema unico di emergenza-urgenza, dunque, è un traguardo possibile. Donini ha da subito richiamato l’importanza di un dialogo aperto tra le istituzioni e tutte le realtà del sistema emergenza: “Partiamo - ha detto Donini - dalle criticità notate nella tenuta complessiva, per superarle con un intervento strutturale. La pandemia ha dimostrato che il sistema dell’emergenza è centrale nel servizio sanitario”.
Sul tavolo, insieme ai Ddl ad oggi pubblicati, e alle istanze dei protagonisti del sistema, alcuni tra i più pregnanti dati dell’indagine sul sistema 118 Italia (in allegato) realizzata da SIEMS (Società Italiana Emergenza Sanitaria) e SIIET (Società Italiana Infermieri Emergenza Territoriale). Dati, quelli raccolti nelle 110 province del Paese, che la senatrice Anna Maria Parente, Presidente della XXII Commissione permanente Igiene e Sanità, ha definito “inquietanti”. Ne emerge infatti una realtà i cui elementi essenziali - dalla composizione dell’equipe sui mezzi di soccorso all’applicazione di protocolli per la somministrazione da parte degli infermieri di farmaci salvavita, alla formazione del personale - è talmente disomogenea da non poter garantire un sistema sanità omogeneo sul territorio.
Proprio in mattinata, la senatrice Paola Boldrini, vicepresidente della 12a Commissione permanente Igiene e Sanità, aveva auspicato che dal Congresso uscisse una voce univoca, espressione di tute le professionalità del sistema e il senatore Gaspare Marinello, membro della stessa commissione, aveva sottolineato la richiesta d’aiuto che il mondo della politica rivolge ai professionisti e volontari del settore. E così è stato. “Tutti gli stakeholders si sono espressi in maniera chiara e univoca sui temi contenuti in questa Carta - afferma Andrea Andreucci, infermiere, presidente del Congresso - . Al termine della prima giornata, che ha avuto indirizzo essenzialmente politico, viene sottoscritto un documento che mira ad una riforma sostanziale del sistema , in tutte le sue parti. Per la prima volta, in modo coeso il mondo del professionismo e quello del volontariato, unitamente ai sindacati, sono riusciti a trovare una convergenza di visione che auspichiamo sarà raccolta dai decisori politici, che oggi ci hanno espresso la loro disponibilità e la necessità di un confronto”.
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