Lavoro e professione
Contratto dirigenza medica, Intersindacale: «Indennità di esclusività deve far parte della massa salariale». Madia ottimista sui rinnovi
di Ro. M.
«Il Contratto nazionale dei dirigenti medici, veterinari e sanitari che cominceremo a trattare il 1 marzo deve partire facendo chiarezza sulla massa salariale sulla quale si applicano gli aumenti previsti dalle norme finanziarie, il famoso 3,48%, per tutti i comparti del pubblico impiego. Sgombrando, così, il campo da un dubbio che nessuno ha ancora fugato, ovvero che l'Indennità di esclusività di rapporto col Ssn dei dirigenti sia a tutti gli effetti una voce della loro massa salariale». Lo dichiara una nota dell’Intersindacale della dirigenza medica e sanitaria.
Intanto da parte governativa prevale l’ottimismo. «Sono molto contenta del fatto che i medici abbiano revocato lo sciopero previsto per il 23 - ha affermato la ministra della Pa Marianna Madia - riconoscendo che c'e' un lavoro fatto con grande attenzione e che anche per il comparto sanità ci sono le condizioni normative ed economiche per avere presto un
nuovo contratto».
Ma la partita su entrambi i fronti ha un esito tutt’altro che certo. Anche perchè lo sciopero degli infermieri previsto per domani (400mila professionisti coinvolti) non sarà indolore. E i medici hanno solo sospeso l’agitazione in attesa di capire. Ma la tensione resta alta.
Il primo nodo ritenuto fondamentale dai camici bianchi, non solo per ragioni economiche -la partita da sola varrebbe 40 milioni in più per i medici dipendenti - ma per ragioni politiche è appunto il monte salari. «Se le Regioni e il Governo ritenessero di comunicare all'Aran di escludere dalla massa salariale - continua la nota dell’Intersindacale - tale voce stipendiale, vorrebbe dire che è loro intenzione dare uno schiaffo ai 140.000 dirigenti cui principalmente è affidato il ruolo di tutelare la salute pubblica, perché solo per loro lo stipendio sarebbe incrementato del 2,9% mentre tutto il restante personale della pubblica amministrazione avrebbe un aumento del 3,48%. La dignità professionale è strettamente legata alla dignità stipendiale complessiva ed alla assenza di ogni discriminazione. Dopo 9 anni: non ci provate!». L’unità sindacale su questo fronte è totale: «Nessuna delle Organizzazione Sindacali - conlude la nota - è disposta a sottoscrivere un contratto in perdita fin dall'avvio, e la questione va al di là del tema strettamente economico per assumere una valenza politica storica sulla quale non saremo disposti a mediazioni. Siamo pronti a un confronto costruttivo per un nuovo CCNL che apra una stagione di collaborazione e soddisfazione nei luoghi di lavoro, ma nel rispetto di principi basilari da parte del datore di lavoro. In caso contrario non rimarremo a guardare, a partire dal 1 marzo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA