Lavoro e professione

Ccnl comparto: l’Aran convoca i sindacati 24 ore prima dello sciopero (confermato)

di Lucilla Vazza

Auspicata ieri dal governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, è arrivata in meno di 24 ore la convocazione dell’Aran ai sindacati dei lavoratori del Comparto sanità per chiudere la partita del rinnovo contrattuale 2016-18. L’appuntamento è fissato per le 10 del 22 febbraio. Ma la notizia è stata accolta come una presa in giro dai sindacati degli infermieri, Nursing Up e Nursind in testa. I lavoratori sono delusi per com’è stata impostata la trattativa. La sensazione è che tutto sia stato deciso dalla parte istituzionale sulla testa di chi lavora nelle corsie del Ssn. E che il coinvolgimento con i sindacati risponda solo a esigenze “formali”. Si partiva da una certezza: l’aumento di 85 euro lordi in busta paga. Poi ieri il quadro è cambiato: le risorse date per “certe” sono arrivate concretamente solo con il varo dell’atto d’indirizzo integrativo a quello già presentato. Per questo gli infermieri si sono sentiti beffati.

Regioni e Governo, sì in tandem
Ripercorriamo i fatti. Nel pomeriggio di ieri il Comitato di settore presieduto da Massimo Garavaglia (assessore al Bilancio di Regione Lombardia) ha inviato l'atto di indirizzo integrativo con l'aggiornamento del quadro finanziario di riferimento al Governo, così come da procedura, e anche all'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran). È dunque del tutto evidente la voglia di chiudere rapidamente sul Ccnl del comparto per poi passare ai rinnovi della dirigenza e alle convenzioni della medicina generale. Governo e Regioni hanno fatto quadrato. Infatti Bonaccini ha espresso in una nota ufficiale la soddisfazione reale per l’ok all’atto d’indirizzo sul comparto : «Un risultato importantissimo, dopo nove anni si è alle ultimissime battute per la chiusura dei contratti per il personale della sanità e delle Regioni», sottolineando così l'intenso lavoro din tandem con il Comitato di Settore Regioni-Sanità, presieduto da Garavaglia.
«Siamo arrivati a questo punto grazie al ruolo e al senso di responsabilità dimostrato dalle Regioni che, nonostante il mancato incremento di apposite risorse per il Fondo sanitario nazionale, hanno ritenuto comunque importante l'aggiornamento del quadro finanziario per il rinnovo contrattuale dei livelli del comparto sanità, alla luce di quanto previsto dalla Legge di Bilancio» ha chiuso Bonaccini. Per questo il via libera sul Ccnl appare scontato. Per questo i lavoratori non ci stanno. Le loro richieste sono state del tutto disattese.

I nodi della professione restano tutti: deroga ai riposi, assorbimento dello straordinario per i coordinatori, aumento del lavoro supplementare per i part time, aumento della quota individuale di straordinario per i tempo pieno, negazione del diritto alla mensa per i turnisti, spostamento dei fondi dal salario fisso a quello variabile, precarietà degli incarichi, non esigibilità di diversi istituti contrattuali per il personale turnista.

No dei sindacati : il 23 si sciopera, trattativa beffa
«La convocazione all’Aran arriva puntuale proprio per il giorno prima dello sciopero nazionale - dichiara il presidente Nursing Up, Antonio De Palma - che abbiamo proclamato il 23 febbraio e nel pieno della mobilitazione che vede l'adesione massiccia della categoria che aspetta da 10 anni non solo un contratto, ma anche modifiche sostanziali delle condizioni di lavoro disagiate e penalizzanti». Già partita la chiamata a raccolta degli infermieri di Bari, Milano, Firenze, Latina e delle altre province che si stanno organizzando per arrivare a Roma la mattina del 23.

Insomma non basta il “contratto subito”, ma un contratto dignitoso. «È una beffa, non c’è stata nessuna trattativa reale. Le nostre obiezioni e proposte non sono mai state discusse realmente. Tutto deciso sulle teste dei lavoratori. Se il Governo pensa di chiudere il contratto - conclude De Palma - mettendo sul piatto un aumento che doveva essere il punto di partenza della discussione, si sbaglia di grosso: è in ballo la dignità dei lavoratori».

Stessa insoddisfazione per il Nursind: «Nel prendere atto che le Regioni hanno deliberato l'atto di Indirizzo che finanzia il 2018 (per arrivare al 3,48% del monte salari come per i dipendenti statali) con le risorse economiche stabilite dall'accordo del 30 novembre 2016 da noi non sottoscritto » tuona in una nota il segretario nazionale, Andrea Bottega «non è pretestuoso ribadire che tali risorse siano poca cosa rispetto alla perdita di acquisto del salario avvenuto in questi 10 anni di blocco e rispetto a ciò che viene chiesto in cambio alla categoria».

Le ragioni dello sciopero del 23 febbraio restano in piedi
L’appuntamento per infermieri&Co è fissato in piazza Santi Apostoli a Roma «per dire di no al definanziamento del Fondo sanitario nazionale e a un contratto che i lavoratori sentono peggiore dell'attuale» dicono all’unisono i sindacati .


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