Lavoro e professione
Euratom, la sfida delle nuove regole sulla radioprotezione
di Francesco Solivetti (responsabile Radiologia ISG), Lidia Strigari (resp. Lab. di fisica medica e sistemi esperti IFO), Antonio Guerrisi (radiologo e ricercatore ISG)
Il rischio legato all'esposizione alle radiazioni ionizzanti in diagnostica medica, alla luce della normativa europea che dovrà essere recepita dal nostro Paese entro il 6 febbraio 2018.
Il tema e le novità introdotte dalla Direttiva Euratom sono state oggetto di confronto in un recente convegno dal titolo “Image Safely - Direttiva Euratom 59/2013: Consapevolezza e gestione della dose in Tomografia Computerizzata ”, che si è svolto presso il ministero della Salute, organizzato dalla Radiologia del San Gallicano-Ifo e che ha visto la partecipazione delle principali società scientifiche di riferimento, come l'Associazione Italiana di Fisica Medica (Aifm) e la Società Italiana di Radiologia Medica (Sirm), la Società Italiana di Medicina Nucleare.
Il convegno è solo l'ultimo atto di un percorso iniziato dagli IFO più di un anno fa .
Un gruppo di ricercatori, costituito da medici radiologi e fisici sanitari (Antonino Guerrisi, Vicente Bruzzaniti, Sara Ungania) , coordinati dai responsabili della Radiologia ISG (Francesco Maria Solivetti) e del laboratorio di fisica medica e sistemi esperti (Lidia Strigari) ha avviato e condotto attività di ricerca volte a ottimizzare il processo diagnostico di pazienti esposti a radiazioni ionizzanti durante procedure mediche e finalizzato, in sostanza, a garantire la più bassa dose di radiazioni possibile, pur mantenendo una adeguata qualità diagnostica delle immagini.
Le attività svolte contribuiscono a quel processo di ottimizzazione, rimarcato nella direttiva, che stabilisce, in sintesi, le norme fondamentali di sicurezza sulla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, con specifici riferimenti alla diagnostica medica.
In questo senso, è da sottolineare come la TAC, che ad oggi rappresenta un esame diagnostico sempre più richiesto nella pratica clinica, specie nel follow-up oncologico, sia la metodica responsabile di più del 50% della dose erogata.
L'aumento del numero degli esami radiologici eseguiti comporta pertanto un incremento dei rischi legati all'utilizzo di radiazioni ionizzanti.
In un Irccs come gli IFO-Regina Elena-San Gallicano, questo aspetto è di particolare rilevanza, per proteggere una popolazione particolarmente a rischio, anche perché sottoposta a indagini diagnostiche ripetute.
Il punto focale della Direttiva Euratom è proprio questo: rimarcare i principi di ottimizzazione e di giustificazione sui quali si deve fondare un percorso di garanzia di qualità, con l'obiettivo di ridurre la dose di radiazioni ionizzanti ai pazienti e agli operatori.
Essa prevede, inoltre, un'importante innovazione in termini di trasparenza dell'informazione sul dato dosimetrico, che dovrà essere riportata nel referto medico.
Il monitoraggio e la registrazione della dose diventano quindi gli elementi focali per una corretta gestione del protocollo diagnostico.
Infatti, la Direttiva raccomanda agli stati membri di attuare campagne di misurazioni e stime della dose, attraverso specifiche attività di raccolta dati, nonché piani di formazione e informazione per operatori sanitari e pazienti. Inoltre, specifica che le apparecchiature TAC di nuova istallazione debbano essere dotate di specifici sistemi informatici per la registrazione e il monitoraggio della dose di radiazioni.
In questo contesto, la Direttiva individua chiare responsabilità per i professionisti coinvolti ( siano essi medici radiologi, fisici medici, medici nucleari, radioterapisti, tecnici di radiologia medica o responsabili tecnici delle apparecchiature) nella creazione di un modello organizzativo di gestione e monitoraggio della dose.
Da qui la necessità di istituire il dose team, e gli IFO sono stati antesignani a livello nazionale; la costituzione di detta squadra comporta la stretta collaborazione dei diversi professionisti coinvolti nella gestione del paziente esposto alle radiazioni ionizzanti e permette di pianificare strategie efficaci per l'ottimizzazione della dose durante gli esami di diagnostica medica, specie per quelli a più alto rischio, come la TAC.
La costituzione di un team di esperti e la pianificazione di studi scientifici nello specifico settore, consentirà d'ora in avanti, quindi, la riduzione costante della dose di radiazioni in diagnostica medica e al contempo permetterà l'attuazione di strategie e misure correttive laddove necessario.
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