Lavoro e professione
Eliminare il numero chiuso a Medicina? Anaao giovani: «Ricetta sbagliata, servono 2mila contratti di specializzazione in più»
di Red. San.
Eliminare il numero chiuso per l'accesso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia non è la strada giusta. Lo ha ribadito Anaao Giovani in una nota in cui esprime profonda preoccupazione per la notizia pervenuta a mezzo stampa della richiesta da parte del Senatore D'Ambrosio Lettieri, dell'Onorevole Fucci e del Consigliere Regionale della Regione Puglia Manca, di eliminare il numero chiuso per l'accesso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia.
«L'accesso programmato al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia - si legge in una nota - è infatti, un valore fondamentale da preservare e non mettere in discussione, per garantire un'adeguata formazione, così come previsto dalla normativa europea, e non andare incontro al tragico fenomeno della pletora medica, verificatosi già in passato, ovvero prima dell'introduzione del numero programmato».
Anaao giovani ricorda che il Ssn «non ha più la capacità di assorbire un numero di medici pari a quelli che sono stati formati negli anni ‘70 e negli anni ‘80. Pertanto aprire in maniera incondizionata l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia significherebbe condannare un'intera generazione di giovani medici alla disoccupazione, dopo aver affrontato un percorso di studi lungo e complicato».
«Attualmente in Italia è presente un problematico imbuto formativo - continua Anaao - ovvero un divario crescente tra numero di medici laureati e numero di medici ammessi al percorso di formazione post-lauream per ottenere il titolo specialistico, requisito necessario per uno sbocco occupazionale all'interno del Ssn. L'abolizione del numero chiuso renderebbe ancora più stretto questo imbuto creando una vera e propria pletora di medici abilitati, ma non specializzati, impossibilitati ad accedere a quel lavoro per il quale sono stati formati con un impiego di risorse da parte dello Stato Italiano pari a circa 150.000 euro».
La vera chiave di volta sarebbe invece quella di allargare le possibilità per la formazione post lauream. «Per rimediare alla carenza di specialisti che si registrerà nei prossimi anni la soluzione non sta nel permettere un libero accesso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia - conclude la nota - bensì nel permettere a tutti i laureati in medicina e chirurgia di completare il percorso formativo post-lauream per poter accedere al mondo del lavoro pubblico e privato. Tanto più che la “gobba demografica” e l'esaurirsi dello “scalone Fornero” manderà in quiescenza ben 88.000 medici nei prossimi 10 anni, con picco massimo fra il 2018-2023. Pertanto Anaao Giovani rimarca con forza le proposte portate ai tavoli ministeriali il 28 settembre 2017 nelle quali chiede che venga incrementato il numero dei contratti di formazione specialistica di almeno 2.000 unità l'anno (ovvero un minimo di 8.000 contratti l'anno) per cercare di allargare l'imbuto formativo creato da una fallimentare programmazione».
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