Lavoro e professione
Rinnovo contratti e convenzioni dei medici, Pina Onotri (Smi): «Risorse incerte, parte normativa deludente. Così inevitabile la protesta unitaria della categoria»
Bocciatura netta. Questo il primo giudizio del Sindacato dei Medici Italiani-Smi, lette le indiscrezioni su diversi media, sulla riformulazione degli Atti di Indirizzo per il rinnovo dei contratti della dirigenza medica e delle convenzioni dei medici del territorio, delle cure primarie e dell'emergenza (pediatri, medici di famiglia, di continuità assistenziale, del 118, della specialistica ambulatoriale).
Per Pina Onotri, segretario generale Smi, anche «le dichiarazioni dell'assessore lombardo al bilancio Massimo Garavaglia, presidente del comitato di settore Regioni-Sanità, non sono rassicuranti perché confermano quanto riferito nell'incontro della scorsa settimana con i sindacati: “Risorse incerte e, nel migliore dei casi, inadeguate, parte normativa in continuità con le precedenti versioni. La parte pubblica rischia di partorire il solito topolino, mentre invece dopo dieci anni di vacanza contrattuale, il SSN e i medici italiani hanno bisogno di un serio cambio di rotta”.
«Non possiamo essere ostaggi delle sperimentazioni sul territorio, disorganiche e a costo zero, di alcune regioni - attacca il segretario Generale Smi - di una rete ospedaliera indebolita e depotenziata da tagli e precariato, di una rete di emergenza sempre più demedicalizzata ed esternalizzata, di postazioni di guardia medica sempre più lasciate in balia dell'isolamento e, purtroppo, delle aggressioni.
«Facciamo un appello al ministro Lorenzin, al governo Gentiloni, al Parlamento, alle Regioni - conclude Onotri - serve una rivoluzione copernicana, non soluzioni estemporanee, la sanità italiana deve essere considerata come un grande opera pubblica, un investimento produttivo, un asset per il rilancio del Paese, sul quale puntare, non facendo elemosina con qualche soldo. Così il rinnovo di contratti e convenzioni è improbabile, più possibile un autunno caldo con una forte e massiccia mobilitazione unitaria dei medici».
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