Lavoro e professione
Ddl Lorenzin, Conaps: «Riforma in alto mare. Rinvio inqualificabile»
di Antonio Bortone (presidente Coordinamento nazionale delle associazioni delle professioni sanitarie, Conaps)
Siamo alla vigilia dell'ennesima opera incompiuta, dell'ennesima odissea, dell'ennesimo tentativo che si frantuma. Tutto questo a scapito dei cittadini italiani e della loro salute. L'argomento è il ddl Lorenzin, che riforma gli Ordini esistenti e trasforma gli attuali collegi in nuovi ordini, creando di conseguenza gli albi per le tante professioni sanitarie che, pur regolamentate, non hanno istituito per legge lo specifico albo di appartenenza. Un provvedimento importante, atteso da molti anni, sia per il completamento del quadro normativo vigente per le Professioni in questione, sia per rendere più armonico il quadro di funzionamento delle Professioni Sanitarie come soggetti sussidiari dello Stato, sia per tutelare il cittadino davanti ai crescenti episodi di esercizio abusivo della professione sanitaria. Di fronte a questi anni di ritardi, il Coordinamento nazionale delle associazioni delle professioni sanitarie (Conaps), finora ha pazientemente atteso e garbatamente sollecitato, unitamente ai Collegi degli infermieri, ostetriche e tecnici sanitari di radiologia medica, un rapido iter parlamentare del ddl. Invece ecco un ennesimo rinvio. Che questa volta risulta essere non solo incomprensibile ma anche irresponsabile, da parte sia della Ministra, che ne dovrebbe sollecitare la conclusione, sia da parte della stessa commissione Affari Sociali, essendo stato, il provvedimento stesso, causa di svariate e prolungate audizioni pubbliche.
Sono convinto che si stia cercando di far naufragare, per l'ennesima volta, il provvedimento stesso. A settembre, infatti, saremo già prossimi a discutere della manovra di stabilità, con l'occupazione pressoché simultanea delle Camere per affrontare il quadro economico. A settembre saremo già prossimi alla fine della Legislatura. A settembre, saremo già in piena campagna elettorale per le imminenti politiche. A settembre saremo quindi ancora con una situazione di stallo sul ddl Lorenzin, impantanati tra le forze politiche rappresentate in 12^ Commissione alla Camera, intenzionate a migliorare e correggere il testo del ddl, e la ministra Lorenzin pervicacemente inchiodata soprattutto sul capitolo “nuove professioni”.
Sulla questione, il Conaps non è mai intervenuto, concretamente intenzionato a misurare la capacità e la responsabilità dei politici, di concludere un percorso atteso da diverse generazioni di professionisti e che accusa un ritardo vergognoso ed ingiustificabile anche al cospetto delle professioni omologhe operanti nella Comunità Europea.
Crediamo però che adesso la misura sia più che colma. La magra consolazione dell'aver votato il ddl Lorenzin in un ramo del Parlamento, e quindi ne consente tecnicamente la potenziale calendarizzazione in Aula anche durante la nuova legislatura, non potrà mascherare le chiare responsabilità politiche di questo Governo e di questa vigente legislatura. La ministra ha intenzionalmente aperto al riconoscimento di nuove professioni scegliendo corsie privilegiate, andando in deroga a quanto previsto dalla normativa vigente (art. 5 della legge 43/2006). Così facendo ha messo in serio imbarazzo i rappresentanti delle Commissioni Affari Sociali.
A chi giova questa complicazione che sta provocando l'ennesimo fallimento? Eppure di tempo per riflettere, la ministra ne ha avuto, essendo stata uno dei pochi ministri rimasti in carica malgrado l'avvicendamento di tre diversi Governi. La riforma degli ordini, inoltre, sarebbe in linea addirittura con la recente dichiarazione comune di Oms e Onu del 27 giugno 2017, per quanto attiene l'impegno congiunto ad eliminare ogni forma di discriminazione sociale e professionale. Infatti il ddl 3868, completato l'iter, consentirebbe l'equità tra le professioni che operano in ambito sanitario, oggi ancora anacronisticamente suddivise in Ordini, Collegi ed Associazioni rappresentative, pur avendo lo stesso status giuridico di professione. Il Conaps, a questo punto non può che accodarsi alle critiche e lamentazioni mosse già da altre categorie interessate (medici, infermieri ecc.), riscontrando che questa volta nessuno responsabile politico potrà agitare alibi e giustificazioni di alcun genere. Alla vigilia di una importante tornata elettorale, credo valga la pena sottolinearlo.
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