Lavoro e professione

Bonsignore (Fnom) su specializzazioni: «Concorso a ottobre penalizza i giovani colleghi. Sì alla sede unica».

di Barbara Gobbi

«Perché ridursi all’ultimo minuto? L’annuncio del Miur sul posticipo del concorso non è certo una buona notizia per i giovani colleghi, soprattutto i più virtuosi, che magari si sono laureati al 6° anno a luglio 2016, perfettamente nei tempi, e che invece di affrontare la prova per l’accesso alle scuole di specializzazione a fine giugno/inizio luglio per poi prendere servizio a ottobre, dovranno restare in stand-by ancora per 3-4 mesi». Alessandro Bonsignore, coordinatore dell’Osservatorio giovani professionisti della Fnomceo, non accoglie di buon grado l’annuncio arrivato sabato scorso dal Miur, di un posticipo di fatto del concorso, che secondo i tecnici del ministero dell’Università sarebbe dettato dall’esigenza di rivedere i criteri di accreditamento delle scuole di specializzazione. «Sono richieste che noi avanziamo da almeno due anni - dice Bonsignore - e il ministero si sarebbe potuto organizzare con ampio anticipo, per evitare disagi e ritardi».

Tra le modifiche annunciate dal Miur, però, anche secondo i “giovani” della Federazione qualcuna va nell’ottica del miglioramento. «Auspichiamo che si giunga alla sede unica nazionale - prosegue Bonsignore -: è la sola soluzione che garantisce uniformità di gestione e di valutazione. Le macrosedi non risolverebbero molto i problemi che si generano con l’attuale miriade di sedi dislocate in tutta Italia...». Non solo: per affrontare in modo adeguato il concorso è opportuno che la bibliografia sia diffusa per tempo: «Almeno sei mesi prima», dice Bonsignore.

Se sulla revisione dei criteri concorsuali, Fnomceo si dice in parte soddisfatta, sul processo di accreditamento delle scuole «il dialogo non c’è stato. Bisognerebbe coinvolgere gli Osservatori regionali per la formazione specialistica - avvisa Bonsignore -, anche tenendo conto dei nuovi criteri introdotti dal decreto 68/2015. Ma quegli stessi Osservatori in molte Regioni non sono stati attivati, in altre esistono solo sulla carta. Solo avendo il polso delle realtà locali, però, si possono definire con chiarezza i criteri e i fabbisogni formativi per specialità. È difficile pensare di rivedere i criteri di accreditamento di un sistema se non si dispone di dati verosimili e aggiornati. Sempre per questo motivo, il grande lavoro svolto dalla Joint Action sui fabbisogni, che arriverà a definizione il 18 maggio nell’incontro al ministero della Salute, è calzante su scala nazionale ma non riesce a fotografare la domanda di professionisti su scala regionale. Come Fnome ci stiamo lavorando, chiedendo ai singoli Ordini provinciali la mappa delle attività dei loro iscritti. Di una cosa siamo certi, però: che il numero delle borse dovrebbe aumentare rispetto al passato, anche in considerazione dell’imbuto formativo sulle specializzazioni, che si va facendo sempre più affollato di anno in anno e di ritardo in ritardo».


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