Lavoro e professione
Voucher, verso forti limitazioni per le aziende
di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci
Limitare l'utilizzo dei voucher «alle famiglie» - con un giro di vite drastico sulle imprese - e solo per piccoli lavori. A poco più di quattro mesi dall'introduzione della tracciabilità (in vigore dall'8 ottobre), il governo è pronto a un nuovo intervento sui buoni lavoro, per i quali si profila un cambio radicale della normativa: a far trapelare le intenzioni dell'esecutivo è stato ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che si è detto convinto della necessità di «una fortissima riduzione» dell'uso dei voucher, puntando, nei fatti, a reintrodurre il concetto di «occasionalità». Oggi si incontreranno i tecnici del ministero del Lavoro e di palazzo Chigi per mettere a punto le misure insieme alla commissione Lavoro della Camera che sta lavorando al testo unificato.
La novità è la drastica riduzione per le aziende «visto che le imprese hanno i contratti di lavoro e devono usare quelli», ha spiegato il ministro Poletti. Da quanto si apprende, si sta discutendo anche sui tetti (oggi 7mila euro a lavoratore, 2mila per singolo committente - una eventuale limitazione più che robusta a imprese e professionisti, come utilizzatori, renderebbe superfluo il limite dei 2mila euro). Le ipotesi di modifiche allo studio, se approvate, comporterebbero modifiche significative: fu la legge Fornero nel 2012 a liberalizzare a tutti i settori produttivi i voucher introdotti dalla legge Biagi; e nel 2013, l'ex ministro Enrico Giovannini, ha eliminato il riferimento alla natura meramente occasionale delle prestazioni di lavoro accessorio. Il Jobs act del governo Renzi ha sistematizzato lo strumento alzando da 5mila a 7mila il limite di compenso annuo a lavoratore e ne ha sancito il divieto nell'ambito dell'esecuzione di appalti di opere e servizi, poi ha introdotto la tracciabilità.
L'idea di un forte intervento sui buoni è condivisa dal presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd) che sta predisponendo un testo unificato: «L'orientamento prevalente in commissione - spiega - è di escludere le imprese e la Pa, lasciando l'utilizzo alle sole famiglie. Si prevede un abbassamento del limite a 5mila euro ed il riferimento al lavoro accessorio meramente occasionale solo da parte di disoccupati, extracomunitari, studenti e pensionati, con eccezioni in agricoltura per la raccolta stagionale, o per eventi caritatevoli». Dal Senato esprime la contrarietà alla proposta che sta emergendo alla Camera, il presidente della commissione Lavoro, Maurizio Sacconi (Ap): «é un'aberrante soluzione incredibilmente condivisa non solo dalla sinistra ma anche da Forza Italia - sostiene-. Limitare l'uso dei voucher alle famiglie significa non conoscere il mercato del lavoro e le concrete situazioni occupazionali che meritano uno strumento semplice per emergere. Inoltre non si è voluto ritornare alla disciplina dedicata dalla legge Biagi al lavoro intermittente».
© RIPRODUZIONE RISERVATA