Lavoro e professione

Caso Nola, Cimo dichiara lo stato di agitazione dei medici in Campania

«Le recenti vicende del pronto soccorso di Nola evidenziano, per l’ennesima volta, lo stato di degrado in cui versa la sanità, e non solo quella campana, già vittima della cronica inefficienza della politica regionale che negli anni passati ha, dapprima, depauperato importanti risorse economiche per sostenere i propri costi della politica ed, oggi, a caro prezzo, ha risanato i bilanci a discapito della qualità e sicurezza dell’assistenza». Lo ha detto Guido Quici, vicepresidente nazionale Cimo secondo cui ciò che emerge con chiarezza «è certamente la mancanza di una visione strategica che coinvolga le strutture sanitarie sia ospedaliere che territoriali oltre, naturalmente, l’assenza di una pianificazione delle attività che sono in capo al sistema di emergenza-urgenza, inefficienze più volte denunciate dalla Cimo ma ancora irrisolte».

«Ma ciò che veramente fa rabbia - ha sottolineato Quici - è vedere il disagio dei pazienti che si rivolgono alle strutture sanitarie e la caccia al colpevole che, come al solito, vede protagonista il medico, quale ultimo “terminale”molto spesso oggetto anche di aggressioni come successo qualche giorno fa a Catania. E questo contesto è stato ben compreso dal ministro Lorenzin che ha sottolineato il grave disagio dei medici».

Per queste motivazioni Cimo dichiara «lo stato di agitazione dei medici dipendenti della regione Campania nei confronti di chi deve prevenire e programmare ma, soprattutto, assumersi le vere responsabilità di una gestione fallimentare della sanità regionale».

«Certamente il governatore campano - ha aggiunto Quici - è costretto a confrontarsi con questo tipo di sanità solo da pochi mesi ereditando una sanità allo sfascio ma è da irresponsabile scaricare le colpe su chi lavora in trincea senza mezzi idonei e senza veri poteri decisionali. Licenziare i tre medici significa solo ed esclusivamente voler proteggere il proprio “apparato” di burocrati incapace di governare i processi e soprattutto di prevenire le emergenze».


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