Lavoro e professione
Ddl Bilancio, l’Intersindacale medica conferma mobilitazioni e sciopero a fine novembre. Soddisfatti i convenzionati
di Rosanna Magnano
Sulla Manovra 2017 i medici Ssn prendono atto delle buone intenzioni della ministra della Salute Beatrice Lorenzin ma non sospendono le ostilità . Soddisfatti invece i dottori del territorio. È questo il risultato bifronte degli incontri di oggi con le sigle dei camici bianchi. Incontri in cui la ministra «ha detto di sì un po’ a tutto», riferiscono i sindacati. Un registro decisamente pre-referendario che andrà verificato alla prova dei fatti.
Ma qualche novità c’è. In primis, una riperimetrazione più chiara del Fondo per il pubblico impiego, che impatta sui dipendenti degli enti locali, stabilendo quanto dovrà essere destinato alla stabilizzazione dei precari e quanto agli aumenti contrattuali del personale. È questa la principale modifica che potrebbe arrivare con il maxiemendamento alla legge di bilancio che il Governo dovrebbe presentare il 24 novembre, quando il testo sbarcherà alla Camera. Una possibilità emersa durante l’incontro di oggi, ma che non è bastata a fermare la mobilitazione dei medici. «Abbiamo apprezzato le aperture del Ministro della salute sui temi posti dalle categorie in materia di Contratto di lavoro, assunzioni e precariato, ma riteniamo che le nostre richieste debbano essere accolte dal Governo e dal Parlamento nella legge di bilancio». Questo il commento dell’Intersindacale medica, veterinaria, sanitaria al termine dell'incontro di oggi con la ministra Lorenzin. «Per queste ragioni confermiamo il sit-in in camice bianco in programma domani 17 novembre alle 11.00 davanti al Parlamento e la conferenza stampa dei Segretari Nazionali sempre domani alle 11.00 presso l'Hotel Nazionale a Piazza Monte Citorio nella quale illustreremo le ragioni della nostra protesta e dello sciopero già preannunciato».
Gli obiettivi dei medici Ssn sono infatti ancora lontani. «La riperimetrazione del fondo per i dipendenti in sanità - spiega Giorgio Cavallero, vice segretario nazionale Anaao Assomed- è il minimo sindacale. Così come è il testo è vaghissimo. Ma alla vigilia di una consultazione così vitale per il Governo consiglierei di sanare anche la disparità sulla tassazione del salario di produttività, prevista solo per il settore privato. Una misura che si tradurrebbe in una ulteriore discriminazione sulla fiscalità del lavoro pubblico, di rilievo costituzionale. Intervento che da anche un chiaro segnale sulla visione che il Governo ha del Servizio sanitario pubblico. E che rischia di essere un vero boomerang. Se il mio lavoro di medico viene tassato in modo diverso nel pubblico rispetto al privato, allora vado nel privato». Insomma sul lavoro nella sanità pubblica bisogna investire di più. «Anche perché se le cifre restano quelle - conlude Cavallero - gli aumenti contrattuali non riuscirebbero nemmeno a coprire i tagli subiti con la legge 122, che ha manomesso il vecchio contratto. Così si taglia la parte viva del contratto, quella che dovrebbe premiare le guardie, la reperibilità, il merito. E si rinuncia all’idea di aumentare la produttività e l’offerta di assistenza. Rilanciare la produttività sarebbe invece un nodo centrale per far fronte al problema delle liste d’attesa, che dirottano risorse importanti e lavoro dalla sanità pubblica».
Vergallo (Aaroi-Emac): «Due i nodi aperti: fabbisogni sottostimati di anestesisti e parto-analgesia tra i Lea a isorisorse»
Le aperture ci sono ma non le certezze. «Sulla defiscalizzazione del trattamento accessorio - sottolinea Alessandro Vergallo presidente nazionale di Aaroi Emac - la ministra non può dare certezze perché il ministero della Salute non ha competenze dirette. Ma si è detta disponibile a intervenire con il Mef». E restano sul tavolo tutti i problemi asperti sul fronte delle assunzioni: «Come Aaroi Emac abbiamo evidenziato due forti criticità: la prima riguarda il fabbisogno ospedaliero di anestesisti e rianimatori espresso dalle Regioni, che è largamente sottostimato. Di fatto si utilizzano in modo inappropriato gli specializzandi e i medici sono spesso costretti a scegliere quale paziente abbandonare. La seconda criticità riguarda l’inserimento della parto-analgesia tra i Lea a isorisorse. Noi siamo favorevoli a questa misura, ma si tratta di un carico di lavoro aggiuntivo per gli anestesisti e bisogna capire quali ospedali possono farla e quali no. È impensabile che possa essere garantita nel piccolo ospedale sotto casa».
Medicina convenzionata: richieste recepite
Soddisfatti invece i dottori del territorio. Si è svolto infatti questa mattina l’incontro tra la ministra della Salute e i sindacati dell'area della medicina convenzionata richiesto «con urgenza» nei giorni scorsi da Fimmg, Fimp e Sumai-Assoprof sul tema del finanziamento in legge di Bilancio per il rinnovo dei contratti del personale convenzionato con il Ssn. «Il ministro ha recepito le nostre richieste e i suoi uffici hanno elaborato un emendamento che verra' presentato a breve e che prevede il riconoscimento di risorse vincolate, in analogia all'area della dipendenza, anche per il rinnovo dei contratti dei medici convenzionati». dichiara il presidente Fimp, Giampietro Chiamenti. «Siamo soddisfatti - commenta Antonio Magi, segretario nazionale Sumai - in quanto le richieste avanzate dalla medicina territoriale sono state accolte dal ministro che ci ha tempestivamente dato rassicurazioni che riaprono anche per la specialistica ambulatoriale la possibilità di completare, a fianco di Fimp e Fimmg, con la parte economica quanto già definito per quella normativa. «È un passo in avanti importante - sottolinea il segretario generale nazionale Vicario Fimmg, Silvestro Scotti - anche per la ripresa delle trattative sulla Convezione. La nostra attenzione rimane alta in attesa dell'approvazione definitiva del disegno di legge di Bilancio rimanendo convinti che la posizione del Ministero della Salute rappresenta quella di attenzione di tutto il Governo sulla medicina territoriale quale Livello Essenziale di Assistenza di questo Paese».
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