Lavoro e professione
III Conferenza della professione di Rimini, la Fnomceo punta al rilancio
di Red.San.
Un medico leader, che si «caratterizza per l’abilità di indirizzare efficacemente coloro che lo seguono, offrendo una visione chiara, attraente e concreta degli obiettivi da raggiungere». È questa forse la sfida più importante scritta nel documento finale approvato dalla Fnomceo al termine della III Conferenza della professione organizzata a Rimini. Nelle 11 pagine del documento, l’indicazione delle possibili aree d’intervento, elencate di seguito.
Reclutamento. Due i livelli di azione: 1. il primo centrato sul rendere attrattiva la figura del medico valorizzandone gli aspetti vocazionali e la possibilità di realizzazione personale esercitando la professione; 2. l’altro centrato sull’identificazione degli investimenti strategici dell’Italia rispetto alla formazione di base e specialistica per i medici in Italia (ad esempio formare o acquisire professionisti già formati, ecc.).
Percorso professionale. 1. introduzione di una maggiore flessibilità nei diversi momenti o stadi del percorso professionale (facilitazione di riconversione di carriera); 2. valorizzazione dell’allungamento della vita professionale come, ad esempio, promuovendo il “Mentoring”, delle differenze di genere e del coinvolgimento nell’alfabetizzazione sanitaria dei cittadini; 3. individuazione e sperimentazione di modelli per valorizzare le differenze di genere.
Competenza professionale del medico. 1. adozione di nuovi approcci legati all’evoluzione della domanda di salute; 2. investimento su aspetti quali l’etica professionale, i Notts, la leadership, l’operare nelle organizzazioni, la comunicazione; 3. utilizzo critico degli strumenti dell’Ict; 4. attenzione alla relazione con la persona nelle sue molteplici dimensioni; 5. relazione costante con la propria comunità di riferimento.
Formazione del medico. 1. studio e adozione delle migliori modalità di apprendimento e di training con particolare attenzione alla Continuous professional development (Cpd); 2. saper operare nel “percorso paziente” superando i silos dei singoli episodi di cura e sapendo leggere e sintetizzare le diverse e molteplici informazioni; 3. saper apprendere nella prospettiva del Cpd, progettando un proprio percorso formativo strategico; 4. saper gestire il profilo di carriera nell’arco di 40-50 anni, includendo anche la qualità della propria vita.
Ripensamento delle organizzazioni sanitarie. 1. rendere attrattive per i professionisti le “periferie”, facendo in modo che vi sia un equo accesso ai servizi per tutti le persone; 2. sviluppare modelli che facilitino le relazioni e l’integrazione tra sistemi e professionisti, favorendo una lettura complessiva dei fenomeni; 3. porre una maggiore attenzione all’utilizzo degli strumenti Ict e la richiesta di un’adeguata accessibilità ai sistemi per garantire adeguati standard qualitativi e di equità; 4. valutare una ridefinizione delle aree di responsabilità e di interfaccia tra i professionisti della salute; 5. studiare modelli che favoriscano una maggiore permeabilità tra le diverse articolazioni delle organizzazioni sanitarie; 6. rendere la sicurezza per pazienti e operatori una garanzia di sistema; 7. promuovere l’adozione sistematica di strumenti quali il profilo di ruolo (job description) per favorire lo sviluppo professionale e migliorare la qualità e la sicurezza delle cure; 8. favorire lo sviluppo di sistemi di confronto su performance ed esiti in una dimensione sia nazionale che internazionale, per favorire l’“accountability” delle organizzazioni e dei professionisti; 9. favorire un ruolo attivo dei pazienti nei percorsi di cura e di assistenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA