Lavoro e professione
Dl Scuola, i farmacisti ospedalieri bocciano l'emendamento sulle scuole di specializzazione
di Rosanna Magnano
Disco rosso dei farmacisti ospedalieri e territoriali del Ssn sulle nuove misure previste per la scuola di specializzazione in farmacia ospedaliera contenute nell'articolo 2 bis del Ddl di conversione del Decreto Scuola (Ac n. 3822 ) sulle «Disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico», approvato il 12 maggio scorso dal Senato e ora alla commissione Cultura della Camera in sede referente.
L'articolo 2-bis, introdotto durante l'esame al Senato, prevede che, nelle more di una definizione organica della materia, le scuole di specializzazione per veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi sono attivate «in deroga alle disposizioni di cui al comma 1 dell'articolo 8 della legge 29 dicembre 2000, n. 401». Una modifica finalizzata a superare la rilevazione annuale del fabbisogno, prevista anche ai fini della ripartizione delle borse di studio. Norma che di fatto sbloccherebbe i bandi per le specializzazioni non mediche, in stallo da oltre due anni, anche su sollecitazione della Conferenza dei rettori (Crui) che lo scorso marzo aveva approvato una mozione ad hoc, in cui si faceva presente l'impossibilità di procedere, nell’attuale fase economica del Paese, al riconoscimento della borsa di studio prevista per i medici anche ai biologi, chimici, fisici, farmacisti, psicologi, odontoiatri e veterinari.
Ma i farmacisti ospedalieri non ci stanno e minacciano il ricorso alla Corte Ue. «In particolare, l'abrogazione dell'articolo 8 della legge 401/2000 - si legge nella nota congiunta di Sifo, Sifact e Sinafo - toglie ai nostri specializzandi la possibilità di accedere alla scuola di specializzazione usufruendo dei contratti di formazione e, inoltre, abolisce il numero programmato degli accessi. Le motivazioni addotte per giustificare questi interventi sono sostanzialmente riconducibili alla volontà governativa di eliminare le attuali criticità che riguardano l'apertura delle scuole di specializzazioni “non mediche”, rimandando ad un futuro (incerto) la loro rivisitazione. Ma il legislatore non ha
considerato il fatto che per la scuola di specializzazione in farmacia ospedaliera il riordino è stato già effettuato con il Dm 68 del 04/02/2015».
Secondo i farmacisti ospedalieri quindi, se questa legge sarà approvata definitivamente, si abroga il diritto al contratto degli specializzandi e si rinuncia a una qualsiasi programmazione dell’accesso alla professione: «Non solo con questa legge è stato abrogato il diritto ai contratti di formazione (il decreto 68 che riordina la materia prevede le stesse regole formative degli specializzandi medici che diversamente ne dispongono) - continua la nota - ma viene eliminata la programmazione degli accessi che garantiva un bilanciato equilibrio con i numeri di turn-over, contenendo in tal modo la formazione di sacche di precariato. I farmacisti ospedalieri e territoriali del Ssn, strettamente coinvolti nella rete formativa professionalizzante, stanno seriamente considerando l'ipotesi di non accogliere più gli specializzandi che accederanno alle Scuole a seguito di tale sciagurata riforma.
Si ritiene a questo punto ineluttabile il ricorso alla Corte Europea per l'ennesima beffa ai danni della nostra scuola di specializzazione che già da tempo attendeva i contratti di formazione a seguito, anche, della sentenza del Consiglio di Stato del 2013».
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