Lavoro e professione
Ddl Lorenzin, ignorato il riconoscimento dei Fisici medici
di Michele Stasi (presidente Associazione italiana di Fisica Medica)
Tra i principali obiettivi dell'ex Ddl Omnibus Lorenzin, che Il 17 maggio arriva in Senato dopo l'approvazione in Commissione Igiene e Sanità del 26 aprile scorso, vi sono la riorganizzazione e il riconoscimento di diverse professioni sanitarie. Sono stati istituiti ad esempio i nuovi ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Inoltre sono state riconosciute due nuove figure professionali sanitarie, l'osteopata e il chiropratico. In questo contesto è stato completamente ignorato il riconoscimento per una professione sanitaria, quella degli specialisti in Fisica Medica (Fisici medici), che ha un grande impatto sulla salute dei cittadini e dei pazienti.
Non è stato istituito un ordine dei fisici medici e non è stato nemmeno approvato l'emendamento presentato in commissione che modificava l'ordine esistente dei chimici in quello dei “chimici e fisici”. Questa soluzione avrebbe almeno consentito la creazione dell'elenco dei fisici medici all'interno di questo “nuovo ordine”.
È un'ulteriore conferma del fatto che le istituzioni stanno ignorando una professione e oltre 1000 professionisti che si occupano di applicare i principi e le metodologie della fisica in medicina, nei settori della prevenzione, della diagnosi e della cura (in particolare nelle discipline della Radioterapia, Radiologia e Medicina Nucleare), al fine di assicurare la qualità delle prestazioni erogate e la prevenzione dei rischi per i pazienti, gli operatori e gli individui della popolazione in generale.
Le motivazioni che giustificano la necessità di ordinamento e riconoscimento della professione esercitata dai Fisici specialisti in fisica medica, oltre a riconoscere il ruolo di professionisti altamente qualificati e indispensabili nella sanità italiana e europea, sono volte anche e soprattutto a tutelare i pazienti: è il fisico medico infatti ad assicurarsi che i pazienti sottoposti a esami radiologici ripetuti non siano esposti a dosi di radiazione troppo elevate per la loro salute.
Il fisico medico garantisce alle donne in stato di gravidanza che la dose da radiazioni assorbita nelle pratiche radiologiche non comporti danno per la salute e l'integrità dei nascituri. Il fisico medico inoltre garantisce ai pazienti oncologici sottoposti a radioterapia che gli impianti siano esattamente calibrati, in termini di dose e non solo, e i trattamenti ben ottimizzati al fine di ridurre al minimo i danni ai tessuti sani.
I fisici medici sono una risorsa importante ed essenziale per il Servizio Sanitario Nazionale che garantisce efficienza e appropriatezza nell'impiego delle tecnologie, qualità e sicurezza per i pazienti. Il fisico medico esercita una professione sanitaria nel SSN susseguente a un percorso di studi che contempla la laurea magistrale e la specialità (8 anni complessivi di studio); la sua figura professionale è ritenuta essenziale e importante per la salute in ambito internazionale, come ribadito in documenti e raccomandazioni Iaea ed Efomp e ben definita nelle attribuzioni e responsabilità dalla normativa europea (Direttiva 1997/43 e Direttiva 2013/59, RP 174/2014 della Commissione Europea). Le strutture di Fisica Sanitaria sono contemplate dalla normativa nazionale (Decreto Ministeriale 70/14) tra quelle fondamentali (al livello della Radioterapia e Medicina Nucleare); la scuola di specializzazione in fisica medica è stata riordinata nel decreto interministeriale n° 68 del 4 febbraio 2015 insieme a quelle mediche.
È compito dello Stato riconoscere questa professione e il suo importante ruolo all'interno del Sistema Sanitario Nazionale. Chiediamo e confidiamo che il prossimo passaggio in aula del Decreto Legge possa sanare questa lacuna e discriminazione, che continua a vedere penalizzati i fisici medici rispetto alle altre professioni mediche e sanitarie.
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